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“Servizio civile, non si può dire no”, è questo il titolo dell’appello promosso - insieme a una rete di importanti realtà del Terzo settore - da VITA, la testata di riferimento del Terzo settore e dell’innovazione sociale, che sul numero del magazine di ottobre in distribuzione da venerdì 9 ha lancia un documento sottoscritto da 132 opinion leader e personalità della società civile, del mondo accademico e religioso a favore del servizio civile universale (così come lo definisce la riforma del Terzo settore). Universale, ovvero aperto a tutti i ragazzi fra i 18 e i 28 anni che ne facciano richiesta. Eppure, fra il 2010 e il 2019 a fronte di 787.051 posti richiesti dai giovani per mancanza di risorse il governo ne ha finanziati appena 261.975, chiudendo la porta in faccia in media a 65.635 giovani ogni anno, con picchi di 79.718 e 71.234 domande rigettate nel 2015 e nel 2018. “Possiamo permetterci il lusso di lasciare ogni anno a casa decine di migliaia di giovani?”, si chiede l’appello. Che spiega: “Negli ultimi dieci anni sono stati oltre 500mila i giovani che desideravano partecipare a un progetto di servizio civile, ma che, per carenza di posti messi a bando, hanno ricevuto risposta negativa. Eppure, a fronte di un’emergenza sociale di proporzioni inedite perché non si decide di mobilitare questa riserva del bene comune, dispiegandolo per attività e servizi per le persone più fragili, per contrastare il digital divide dei bambini e delle famiglie più povere, per dare continuità all’assistenza delle persone disabili, per fare volontariato nelle mense dei bisognosi o distribuire cibo e medicinali agli anziani soli? Tanto più che con la riforma del servizio civile universale la possibilità di fare un’esperienza al servizio degli altri e della comunità sarebbe dovuta diventare un diritto per ogni giovane fra i 18 e i 28 anni. E invece nei prossimi due anni con le risorse previste non ne saranno avviati più di 18/19mila”. Da qui la richiesta inviata al presidente del consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili con delega al servizio civile Vincenzo Spadafora affinché “nella prossima legge di bilancio il Governo deve trovi i fondi necessari per tutti i giovani che desiderano impegnarsi col servizio civile. Dire NO ogni anno a decine di migliaia di ragazzi è uno scandalo che deve finire”. Oltre a tanti dirigenti del Terzo settore e ai rappresentanti dei volontari del servizio civile, molti i nomi di peso fra i firmatari. Fra loro il presidente dell’Acri Francesco Profumo, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, i giornalisti Ferruccio De Bortoli e Marco Tarquinio, gli ex ministri Andrea Riccardi, Giovanna Melandri, Enrico Giovannini e Fabrizio Barca, gli economisti Stefano Zamagni, Luigino Bruni e Leonardo Becchetti, i filosofi Massimo Cacciari e Salvatore Veca, la sociologa Chiara Saraceno e , l’ex Presidente della Commissione Europea e del Consiglio Romano Prodi.