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L’operatività del processo penale telematico deve superare un ultimo ostacolo. Il decreto del ministero della Giustizia del 29 dicembre 2023 numero 217 contiene un errore materiale. Via Arenula, comunque, è corsa subito ai ripari. Il refuso riguarda la mancata revisione del testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre scorso, dopo che erano state apportate alcune modifiche sullo schema di decreto verso il quale si erano espressi, all’inizio dello scorso mese, anche il Cnf e il Consiglio superiore della magistratura.
A causa dell’errore materiale è saltata nel testo definitivo, appena pubblicato, la proroga valida per un anno relativa alla possibilità per i difensori di continuare a depositare gli atti in versione cartacea o via posta elettronica certificata. Tale modalità era contenuta nello schema, mentre è risultata assente nella versione finale, con il conseguente diverso significato assunto dalla norma.
Sulla vicenda è intervenuta l’Unione Camere penali, che ha sollecitato l’intervento del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, da sempre attento alle istanze dell’avvocatura. Quest’ultimo ha, a sua volta, assicurato un celere intervento. L’Ucpi, si legge in una nota, «ha segnalato al viceministro Francesco Paolo Sisto, che ha personalmente seguito il tavolo di confronto tra governo, avvocatura e magistratura sul sistema di deposito degli atti con modalità telematiche, che il testo del D. m. n. 217 del 2023, pur avendo recepito sostanzialmente le osservazioni e i rilievi effettuati dalle parti sulle criticità manifestatesi nella pratica quotidiana, contiene un errore che necessita di essere tempestivamente emendato, pena l’inefficacia del regime transitorio disciplinante il deposito di atti in cartaceo e a mezzo pec».
A preoccupare i penalisti è appunto la difformità del testo del decreto ministeriale rispetto a quello oggetto di discussione da parte dell’avvocatura istituzionale in occasione del tavolo di confronto. «Il testo del D. m. – evidenziano ancora le Camere penali – differisce, infatti, da quello sottoposto al parere del Consiglio nazionale forense, poiché è stato soppresso un comma senza che si sia proceduto al conseguente adeguamento delle altre disposizioni, con l’effetto, nel sistema dei rinvii contenuti nell’articolato, di rendere inoperativo il regime transitorio. Il viceministro Sisto», precisa poi il comunicato dell’associazione presieduta da Francesco Petrelli, «preso atto della segnalazione, ha già informalmente rassicurato gli avvocati penalisti che l’intervento correttivo avverrà entro il termine di entrata in vigore del decreto» .
Gianluca Totani, componente della giunta dell’Unione Camere penali, aggiunge anche che «i lavori del tavolo di confronto non sono esauriti e riprenderanno a breve, come previsto dal viceministro della Giustizia, dal 16 gennaio, in modo da verificare tutte le evoluzioni sul penale telematico».
Giovanna Ollà, penalista del Foro di Rimini e consigliere segretario del Cnf, assicura che non c’è «alcun allarme. Come promesso dal viceministro Sisto – spiega Ollà –, l’errore verrà eliminato. I penalisti, è utile ribadirlo, devono stare tranquilli in quanto il testo del decreto ministeriale sottoposto all’attenzione del Cnf per le osservazioni era lo stesso oggetto di concertazione al tavolo di confronto. E in occasione dello stesso tavolo di confronto, durato qualche mese, è poi venuto fuori un testo che sembrava non più coerente con quanto detto sul differimento degli atti, ma che era il frutto di un errore in sede redazionale. Il refuso contenuto nel testo non indicava affatto il cambiare le carte in tavola. Al Consiglio nazionale forense è giunta la bozza del decreto ministeriale per le osservazioni, e quel testo era corretto».