Discusse ieri in Senato sullo stesso tema della violazione del diritto di difesa due interrogazioni parlamentari da parte del forzista Pierantonio Zanettin e del leghista Manfredi Potenti.

I fatti risalgono al 15 febbraio 2024 quando il difensore di un imputato, durante l'attesa dell'udienza dinanzi alla seconda Sezione del Tribunale di Firenze, con il permesso del pubblico ministero ha sfogliato il fascicolo del dibattimento, contenente gli atti e i verbali.

L’avvocato in questo modo avrebbe trovato il dispositivo riportante la data del 18 ottobre 2023, con il nome dell'imputato e la condanna di 5 anni e mezzo per maltrattamenti, privo della firma del presidente. Il pubblico ministero non aveva ancora svolto la requisitoria e gli avvocati non avevano nemmeno argomentato le difese; il difensore ha richiesto l'astensione da parte del collegio e i tre giudici si sono astenuti. La presidente del Tribunale ha autorizzato la decisione, avviando degli accertamenti.

La vicenda ha provocato la ferma reazione e solidarietà dell'Unione delle Camere penali italiane, con la censura corale del comportamento del Tribunale di Firenze per la grave violazione dei diritti di difesa dell'imputato nel processo determinando l'immediato invio degli atti, da parte del presidente del Tribunale, al procuratore generale presso la Corte di Cassazione.

Il 6 marzo 2024 l'assemblea della Camera penale di Firenze ha deliberato di proclamare l'astensione di tre giorni dalle udienze penali. Entrambi i parlamentari di maggioranza hanno chiesto di sapere quali iniziative di propria competenza il ministro in indirizzo intenda assumere, affinché sia fatta piena luce sull'episodio, anche eventualmente attraverso l'attivazione dei propri poteri ispettivi e disciplinari.

Per il governo ha risposto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, del Carroccio: «Anche a fronte del clamore mediatico che ha accompagnato la vicenda, lo stesso presidente del tribunale di Firenze, dopo aver autorizzato la richiesta di astensione del collegio della seconda sezione penale, ha ritenuto opportuno portare l'accaduto all'attenzione della procura generale della Corte di Cassazione, pur evidenziando come, a suo avviso, non fossero ravvisabili comportamenti scorretti integranti illeciti disciplinari. Sul versante disciplinare, tuttavia, rappresento che la vicenda è all'attenzione delle competenti articolazioni, che valuteranno, come sempre con la dovuta ponderazione, se l'accaduto possa rappresentare o meno un'anomalia del processo e nel processo decisionale idonea a determinare un'effettiva compromissione del diritto di difesa».

Dura la replica del forzista Zanettin: «La sua mi pare una risposta salomonica, burocratica e anche evasiva. Se abbiamo dei dubbi che questo sia un illecito disciplinare, allora non so quale possa essere un illecito disciplinare. È del tutto evidente che qualcuno ha scritto la sentenza prima ancora di ascoltare la requisitoria del pubblico ministero e la difesa. Magari si tratterà di un errore. Sappiamo qual è la formula che in queste situazioni si tende ad accreditare da parte del magistrato incolpato: era solo una minuta preparata dall'ufficio del processo. Però è inaccettabile. Vale il principio che abbiamo declamato tante volte: la giustizia non deve solo essere imparziale, ma anche apparire imparziale».

Per il leghista Potenti «in un momento storico in cui l'azione requirente, come già dimostrato dalla vicenda Palamara, appare fortemente soggetta ad azioni di condizionamento di raggruppamenti di interesse, è quanto mai opportuno che almeno la figura del giudice mantenga quella terzietà e quella capacità di discernimento giuridico indispensabili a garantire, con la propria autonomia, la pura applicazione della legge alle pendenze processuali». In realtà quando Ostellari ha fatto riferimento alle “competenti articolazioni” stava intendendo che sono stati attivati i magistrati dell’Ufficio dell’Ispettorato generale di Via Arenula competente per le iniziative disciplinari. Ovviamente sul contenuto degli accertamenti vige il segreto, come se si trattasse di una normale indagine della Procura.

Per questo Zanettin lo ha invitato «caldamente a risollecitare gli uffici del ministero. Ricordo che il ministro ha anche la possibilità di attivare l'azione disciplinare. Credo che in casi così eclatanti non si possa far finta di niente, ma si debba invece adottare delle misure che sono previste dalla legge e che non sono eccessivamente punitive. Sappiamo qual è l'esito delle azioni disciplinari, ma occorre che questa venga almeno iniziata e il caso attenzionato. Se ho ben capito, lei ha detto che la cosa verrà ponderata, ma ricordo che la mia interrogazione risale a febbraio».