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Giuseppe Santalucia, presidente dell'Anm
Non era mai successo che una corrente dell’Associazione nazionale magistrati spaccasse il “sindacato” delle toghe e un partito intervenisse ufficialmente applaudendo a quanto accaduto. Il tutto si è verificato durante l’ultimo Cdc dell’Anm.
Facciamo un passo indietro. Sabato, tutti i gruppi associativi, tranne Magistratura indipendente, al termine della discussione sugli attacchi ai giudici che stanno disapplicando il dl Cutro votano un documento in cui si conferma lo «stato di agitazione già deliberato sui temi dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura» e si stabilisce la convocazione di un'assemblea generale con all'ordine del giorno «gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale».
Ne nasce una dura reazione di Area Dg che accusa Mi di volere una «magistratura silenziosa e prona alle linee culturali della maggioranza». La contropartita? «I voti dei laici di centrodestra necessari a monopolizzare le nomine dell’autogoverno». Domenica arriva la replica delle toghe della corrente conservatrice che, nel dirsi «attoniti e sdegnati dai toni del comunicato di AreaDG», accusano la maggioranza dell’Anm di voler «condurre la magistratura italiana tutta in una spirale di contrapposizione con la politica che ci farà apparire parte di uno scontro tra poteri dello Stato, e dunque politicamente schierati».
Questo si potrebbe inscrivere nelle normali dinamiche interne alla magistratura ma ciò che ha lasciato tutti perplessi è che poco dopo la nota di Mi è arrivato un comunicato della Lega in cui si è letto: «È doveroso ringraziare Magistratura indipendente per la saggezza e l’equilibrio a commento del documento dell’Anm che esaspera la contrapposizione istituzionale». «Se veramente la Lega condivide i valori della sobrietà della autocritica e della responsabilità allora che cessino immediatamente gli attacchi personali ai magistrati e si cominci a parlare del contenuto dei provvedimenti», era stata la replica del Segretario di Mi Angelo Piraino.
Un ping pong di tal genere tra corrente e partito politico non si era mai visto. Tale iniziativa del Carroccio avrà quasi sicuramente messo in imbarazzo Mi perché agli occhi di molti osservatori ha confermato quel collateralismo con il governo Meloni, depotenziando allo stesso tempo quella stessa accusa di collateralismo mossa da Mi ad Area che a Palermo aveva invitato i leader del Pd e del Movimento Cinque Stelle perché, se memoria non ci inganna, durante la presidenza di Poniz ed Albamonte al vertice Anm non sono mancate dure critiche al governo di turno, compreso quello di sinistra.
Sempre rimestando nei ricordi, neanche ai tempi del duro scontro tra Berlusconi e le toghe si era vista una presa di distanza di una corrente dal corpo intero della magistratura costantemente attaccata dalla politica. Di certo la posizione intermedia di Mi - « ferma condanna alla delegittimazione personale mediatica dei magistrati» ma altresì «invito a riflettere su come questa situazione sia stata anche determinata da condotte inopportune di singoli» - non fa bene all’Anm che non arriverà compatta all’assemblea che in molti vogliono convocata quanto prima.
Ma la maggioranza è quella che conta. Benché, da quanto appreso, durante le varie assemblee locali molti esponenti di Mi, soprattutto giovani magistrati, non erano d’accordo con la linea del vertice che invece, a detta dei più critici, ha voluto distinguersi dinanzi alle telecamere di Radio Radicale per mandare un messaggio al governo - «noi abbiamo fatto tutto il possibile per evitare lo scontro» - e soprattutto al potente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, già esponente di Mi e gran consigliere, più dello stesso ministro Carlo Nordio, della premier in materia di giustizia.
Sulla vicenda abbiamo chiesto un parere all’entourage di Meloni ma ci è stato detto di rivolgerci direttamente al partito perché dal governo non sarebbe uscito nulla. Interpellati alcuni colonnelli di Fratelli d’Italia, nessuno ha voluto commentare. Intanto proprio una nota di Palazzo Chigi ha fatto sapere che l’Avvocatura generale dello Stato ha proposto distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale. I ricorsi sottopongono alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/UE.