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Il decreto “sblocca cantieri” «incide anche sui poteri dell’Anac» e «la previsione di una soglia abbastanza alta (150 mila euro) entro la quale adottare una procedura molto semplificata (richiesta di soli tre preventivi) aumenta certamente il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi». A lanciare l'allarme è Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, che nella sua relazione annuale al Parlamento ha evidenziato i rischi annidati nel decreto "sblocca cantieri". Alcune opzioni, come il ritorno dell’appalto integrato, l’aumento della soglia dei subappalti al 40%, la possibilità di valutare i requisiti per la qualificazione delle imprese degli ultimi 15 anni, le «amplissime deroghe» al codice concesse ai commissari straordinari, a dire di Cantone, «paiono troppo attente all’idea del “fare” piuttosto che a quella del “far bene”». Così come la sospensione dell’albo dei commissari di gara per un biennio, introdotta in uno degli ultimi emendamenti, «proprio quando questa novità stava per partire, rischi adi incidere su un momento topico della procedura, facendo venir meno un presidio di trasparenza, oltre che rendere inutile il cospicuo investimento economico (500 mila euro circa) che l’Autorità ha sostenuto per applicare la disposizione». Il giudizio complessivo sull’impianto resta, però, «sospeso», conclude Cantone, anche in attesa del completamento dell’iter legislativo della conversione e soprattutto dell’approvazione della legge delega. «Un solo suggerimento sia, però, consentito: il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti che finiscono per disorientare gli operatori economici e i funzionari amministrativi. L’Anac - conclude - se ci sarà richiesto, farà comunque la propria parte in leale collaborazione con Esecutivo e Parlamento, come ha già cominciato a fare designando,su richiesta del Ministro delle infrastrutture, un proprio componente per il tavolo di lavoro che si sta occupando della scrittura del regolamento».