I tribunali stanno passando dal processo cartaceo a quello digitale. La professione legale dipende con maggior frequenza dai sistemi digitali per la comunicazione, la ricerca giurisprudenziale, e sfrutta l’intelligenza artificiale nella gestione della divulgazione di documenti e di altri compiti. In linea di massima l’IA nell’ambito del giudiziario può essere utilizzata sia dagli avvocati che dai giudici.

La pressione economica per un uso sempre maggiore dell’IA proviene dagli stessi consumatori di servizi legali sia di fascia bassa che di fascia alta. Le persone con mezzi limitati sono desiderose di innovazioni tecnologiche che pongano i servizi legali alla loro portata, alla prevedibilità del successo o meno delle loro domande giudiziarie con costi minori. Si consideri poi che l’IA si sta sviluppando a un ritmo veloce ed è possibile che in breve tempo acquisirà alcune delle competenze possedute oggi da avvocati e giudici.

È bene allora che cerchiamo di elaborare le conseguenze a lungo termine dell’uso sempre crescente dell’IA prima che sia troppo tardi. I vantaggi dell’IA sono evidenti: servizi legali più economici, possibilità di accesso al tribunale ai litiganti che non possono permettersi la rappresentanza legale, risultati più rapidi, maggiore coerenza. Infatti in tutte le procedure giudiziarie sono stati sperimentati e diffusi numerosi sistemi in grado di coadiuvare l’avvocato e il giudice nel suo ruolo.

Negli Stati Uniti è stato sviluppato un sistema di machine learning ( apprendimento automatico ed informazioni dai dati) per prevedere il comportamento della Corte Suprema. Sempre negli Stati Uniti e poi a Londra abbiamo il primo robot avvocato, Donotpay, che ha contestato con successo in pochi mesi un gran numero di multe. Ancora Toga, il primo database dinamico dei reati previsti dalla legislazione penale italiana. In questo software sono state racchiuse tutte le fattispecie criminose disciplinate dal codice penale e dalla legislazione speciale che permette di verificare la competenza, la procedibilità, i termini prescrizionali e di durata delle misure cautelari, nonché di calcolare la pena per ciascun tipo di reato.

Possiamo poi menzionare altri software con ambiti di applicazioni specifici nel settore legale. Se allora tra le attività umane traducibili in algoritmo, comprendiamo anche quelle procedure giudiziarie proprie degli interventi del giudice (ad es. ammissione dei mezzi di prova, interpretazione e applicazione della norma, applicazione di sanzioni, ecc.) che condurranno poi alla decisione della causa, ne consegue che l’autonomia decisionale del giudice e la sua creatività risulteranno ridotte ai minimi termini, rendendo il giudizio sempre più automatizzato.

La prevedibilità delle decisioni può dunque essere utile nella misura in cui possa aumentare l’efficienza della giustizia, ma può avere rilievi negativi inerenti al rischio di intercorrere in una eccessiva delega delle decisioni umane agli algoritmi. La normativa vigente nel nostro Paese al momento esclude la possibilità di una sentenza basata sugli algoritmi o una delega ai robot per le decisioni giudiziarie. Al fine di conservare i compiti del magistrato che potrebbe tuttavia fare uso di tecniche di intelligenza artificiale si raccomanda che sia sempre quest’ultimo chiamato alla verifica sia nella fase di elaborazione delle procedure, sia di applicazione delle soluzioni proposte automaticamente, tenendo conto delle specificità del caso in questione.

È altresì importante in queste situazioni che venga assicurato il principio della trasparenza dei metodi e delle tecniche utilizzate nel trattamento delle decisioni giudiziali. In particolare si sottolinea che ogni parte in causa dovrebbe conservare il proprio diritto ad essere informato, in un linguaggio chiaro e comprensibile, delle modalità e dei passaggi con cui si sono raggiunte le soluzioni giudiziarie. In altre parole, resta l’esigenza di capire come e perché sia stata emessa una certa sentenza da parte del giudice, così da comprendere il processo di decisione basato sulla intelligenza artificiale e poter chiedere il conto di esso.