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L’ultima volta che si era visto, in occasione delle regionali abruzzesi e sarde, non era andata benissimo e qualcuno, anche nel Movimento, lo aveva invitato a tornare in America latina.
Ma ora Alessandro Di Battista ci riprova e a due giorni dalle elezioni europee torna a farsi vivo. A modo suo, naturalmente. La prima battuta la riserva ai romani che si lamentano della giunta Raggi: «È vero che ci sono le buche, ma chi viene a Roma e guarda solo le buche si merita di andare fuori del raccordo anulare».
Poi è la volta dell’amico - nemico Matteo Salvini che «dovrebbe chiacchierare di meno e lavorare di più». Per non parlare di Silvio Berlusconi che «dovrebbe prendere una biglietto per Antigua e sparire». E il segretario dem Zingaretti: «Ma siete sicuri che sia così tanto diverso? Zingaretti va a elemosinare i voti di Cirino Pomicino. È un uomo della vecchia politica, con un partito lacerato internamente e con Renzi che gli gioca contro».
Di più. Dibba è convinto che «il Pd è il partito più di destra che c’è in Italia. Secondo me una persona di destra dovrebbe votare il Pd». «Il Partito democratico vota contro il reddito di cittadinanza, contro il taglio dei parlamentari, propone l’aumento degli stipendi dei parlamentari, vota contro la legge anticorruzione...».
L’unico che si salva è il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Solo una anno fa il collega Luigi Di Maio aveva preparato la procedura d’impeachement, ma oggi il presidente della Repubblica è diventata una figura «super partes e corretta, cosa che non si può dire per