Domani in commissione Giustizia alla Camera si sarebbe dovuto accelerare l’iter della proposta di legge sull’istituzione della giornata per le vittime degli errori giudiziari, cominciando ad esaminare gli emendamenti. Ma è stato tutto rimandato a data da destinarsi. Probabilmente la commissione tornerà a riunirsi tra quindici giorni, come ha comunicato il presidente Ciro Maschio.

Ufficialmente, come ha spiegato il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, si è concordato tra le forze di maggioranza insieme anche al deputato di Italia viva Francesco Bonifazi, il primo a proporre il tema, di istituire prima un tavolo di confronto anche con le opposizioni per valutare insieme i 36 emendamenti arrivati al provvedimento da parte di tutte le forze politiche. L’obiettivo è quello di arrivare ad un testo unitario, evitando ulteriori polemiche già emerse nei giorni precedenti.

Ufficiosamente invece ci sarebbe del malcontento soprattutto in Forza Italia ma anche in Fratelli d’Italia per questo rinvio e altresì per il fatto che ancora non è stato posta all’ordine del giorno l’“istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’applicazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario e organizzazione della magistratura, di tutela della presunzione di non colpevolezza e di riparazione per l’ingiusta detenzione”, proposta dal deputato di Forza Italia Enrico Costa, e sulla quale ci sarebbe anche il placet del leader della Lega Matteo Salvini. Dall’alto, probabilmente dallo stesso Palazzo Chigi, sarebbero arrivate infatti indicazioni di non irritare troppo la magistratura con queste nuove iniziative che già avrebbero raccolto il dissenso ufficiale dell’Associazione nazionale magistrati.

In pratica: già l’Esecutivo e la maggioranza starebbero picchiando duro con la separazione delle carriere e con il contrasto in sede giurisdizionale ma anche pubblico rispetto alle decisioni assunte dalle toghe sul protocollo Italia-Albania, non bisogna andare oltre ed esasperare gli animi. Si potrebbe surriscaldare un clima già troppo bollente.

Un’ala di Forza Italia però starebbe notando che mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio va in Parlamento e dichiara apertamente guerra alla magistratura, come avvenuto due giorni fa al termine dell’informativa sul caso Almasri, contemporaneamente le iniziative dei forzisti sarebbero congelate. Basti pensare che alla Camera l’emendamento che avrebbe soppresso dal ddl di riforma costituzionale il sorteggio per la scelta dei membri laici dei due Csm, previsti dalla modifica dell’ordinamento giudiziario, era stato cassato proprio dopo una riunione con Nordio e Mantovano.

Due i motivi probabili: non perdere tempo sull’approvazione della riforma, non irritare ancora di più la magistratura per la quale rimarrebbe il sorteggio pure dei membri laici del Csm. E già gli azzurri avrebbero ingoiato delle decisioni prese senza discuterne con loro: pensiamo all’emendamento della deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany che, su input del Viminale, ha trasferito le competenze sulle convalide dei trattenimenti sui migranti portati nei Cpr in Albania dalle sezioni speciali del Tribunale di Roma alla Corte di Appello civile.