Il tribunale di Latina ha revocato gli arresti domiciliari a Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, moglie e suocera dell’onorevole Aboubakar Soumahoro, imputate, insieme ad altri perché accusate di aver gestito in maniera illegale e poco trasparente il denaro destinato ai migranti ospitati nei loro centri nel comune di Sezze in provincia di Latina e di averlo speso in beni griffati e investimenti immobiliari all’estero.

La decisione dei giudici, che hanno accolto l’istanza degli avvocati Lorenzo Borrè, che difende Murekatete, e Francesca Roccato, è stata presa alla luce del venir meno delle esigenze cautelari. Il collegio che ha rimesso in libertà la moglie di Soumahoro è lo stesso del tribunale di Latina davanti al quale è in corso il processo sulle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati. Le accuse contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni sono di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio.

Secondo le accuse, il gruppo avrebbe evaso milioni di euro tra Iva e contributi. Le due donne, al posto degli arresti domiciliari dovranno recarsi ogni giorno a firmare presso la stazione del Carabinieri. Gli avvocati difensori delle due imputate hanno spiegato che la concessione dei domiciliari è avvenuta dopo che erano venute meno le esigenze cautelari, per le quali il tribunale ha applicato una misura cautelare meno afflittiva.