Alain Dante Stefanoni, 50 anni, protagonista di una fuga rocambolesca durata 23 giorni, è stato arrestato il 26 settembre in una pasticceria del centro di Torino. La sua latitanza era iniziata il 3 settembre, quando, durante il tragitto verso il Tribunale di Alessandria, dove doveva presenziare per un'udienza, ha improvvisamente minacciato i suoi legali, Antonio e Sheila Foti, con un punteruolo. Costringendoli a fermare l'auto, ha rubato il telefono e le chiavi del veicolo per poi darsi alla fuga.

L’uomo non era nuovo a episodi violenti. Nel 2009 aveva ucciso la sua compagna, Alice Acquarone, colpendola con una chiave inglese nel loro appartamento a Torino. Il femminicidio era stato commesso perché la donna aveva manifestato l’intenzione di lasciarlo, come lui stesso aveva ammesso: "L'ho uccisa perché mi voleva lasciare", aveva dichiarato durante l’interrogatorio. Riconosciuta la semi infermità mentale, l’uomo era stato condannato a 30 anni di carcere, poi ridotti a 16 in appello. Ormai mancava solo un anno di libertà vigilata: ma dopo aver scontato quasi tutta la pena l'uomo ha deciso di sfuggire alla giustizia.

La fuga, caratterizzata da viaggi in diverse città italiane – Roma, Napoli, Genova, Saronno – è stata interrotta dai Carabinieri grazie a un’operazione del Nucleo Investigativo. "Grazie a noi aveva evitato l'ergastolo", ha commentato amaramente Antonio Foti, uno dei legali rapinati, come riportato da Torino Today. "E nonostante ciò, non ci ha mai pagato neanche una parcella". 

Stefanoni, che aveva ottenuto la semilibertà il 3 luglio 2024, non è mai riuscito a reintegrarsi. Il 3 settembre, mentre si recava ad Alessandria per l'ultima udienza prima della libertà definitiva, ha scelto di ribellarsi alle autorità. Dopo aver minacciato i suoi avvocati, si è nascosto per settimane, spostandosi continuamente per eludere la cattura. L’arresto, avvenuto dopo una latitanza segnata da rapine e fughe, riporta Stefanoni dietro le sbarre, chiudendo definitivamente la sua parentesi di libertà vigilata.