Il governo francese vorrebbe "gestire" direttamente la scalinata di Trinità dei Monti a pizza di Spagna. Non è una boutade ma quanto affermato dalla Corte dei conti d'oltralpe che nei mesi scorsi ha effettuato una verifica su alcuni beni immobili di proprietà della Francia presenti nella Capitale.

Appartengono al governo di Parigi, ad esempio, alcune delle più belle chiese della città eterna. Sono per elencarne qualcuna, San Luigi dei Francesi, Sant'Ivo dei Bretoni a Campo Marzio, San Claudio dei Borgognoni a via del Pozzetto e San Nicola di Lorrain. Tali chiese non sono amministrate direttamente dal governo ma tramite la congregazione dei Pii Stabilimenti, presieduta dall'ambasciatrice di Francia presso la Santa Sede. Lo statuto dei Pii Stabilimenti presenterebbe però diverse criticità.

L'ambasciatrice di Francia presso la Santa Sede, per assolvere ai compiti gestionali, nomina un amministratore e un tesoriere. Secondo i magistrati contabili questi due ruoli sarebbero difficilmente controllabili. A differenza dell’ambasciatore, che ha un incarico a termine, il tesoriere, figura centrale, una volta nominato ha un mandato a tempo indeterminato. Per la Corte dei conti ciò determinerebbe una inevitabile “mala gestio”, non potendo egli essere sostituito se non per sua espressa volontà o in caso di morte.

Le proprietà immobiliari, preziose per poter ripagare, con gli affitti, la manutenzione delle chiese, non verrebbero dunque “valorizzate" in modo opportuno. "Noi siamo corretti, stiamo censendo tutti i beni”, hanno fatto sapere dall’ente, affermando di essere a disposizione dei magistrati per fornire i chiarimenti del caso.

I giudici contabili sarebbero però di diverso avviso, avendo trovato durante le ispezioni anche fatture per spese di dubbia esecuzione. La soluzione, per i magistrati, sarebbe dunque quella di trasformare i Pii Stabilimenti in una istituzione pubblica, sotto la gestione del ministero dell'Interno, un po’ come avviene in Italia.

In questa querelle si inserisce anche la scalinata di piazza di Spagna, il capolavoro di Francesco De Sanctis, inaugurato nel 1726. L’opera venne costruita con fondi francesi e gestita fino alla fine dell’800 sempre dai "Pieux Etablissements". Commissionata dal cardinale Pierre Guérin de Tencin e finanziata dal mecenate Etienne Gueffier, il suo “passaggio” al comune di Roma dopo l’Unità d’Italia presenterebbe per la Corte dei conti di Francia dei punti poco chiari, con la conseguente necessità di una loro rivisitazione, non escludendo un suo ritorno al patrimonio transalpino.

Va sottolineato come il rapporto fra la Francia e la chiesa di Roma sia risalente nel tempo. A tal proposito bisogna tornare al regno di Luigi XI, morto nel 1483, il quale decise di donare al capitolo lateranense importanti redditi nel sud della Francia. Qualche tempo, Enrico IV di Navarra regalò, sempre alla Basilica di San Giovanni, la bellissima abbazia di San Pietro di Clairac nella Francia meridionale. Di fronte a tanta generosità il capitolo lateranense decise così di insignire Enrico IV del titolo di protocanonico d’onore, con l’indicazione di celebrare ogni anno la Missa pro natione gallica il 13 dicembre, giorno della sua nascita.

Con il passare degli anni la tradizione si è rinnovata e quasi tutti i capi di Stato della Francia repubblicana hanno accettato la nomina a Protocanonico onorario. In tempi recenti hanno preso possesso del titolo i presidenti René Coty, Charles De Gaulle, peraltro fervente cattolico e devono al culto della Madonna, Valery Giscard d’Estaing, Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy. L'ultimo in ordine di tempo è stato Emanuel Macron. Non hanno invece mai accettato la nomina Georges Pompidou, Francois Mitterand e Francois Hollande.