A due giorni dall’assoluzione pronunciata dalla Corte d’appello di Bologna stupisce che si sia scatenato nuovamente il linciaggio ai danni di Claudio Foti. Questa è barbarie.

Sulle colonne de il Fatto Quotidiano da due giorni si leggono isterici vaticini sulla colpevolezza di Foti, sagaci giochi di parole degni di dispute minori (Chiagni e Foti, così Travaglio), sui social si vedono lugubri fotomontaggi con i quali Foti viene indicato come il responsabile del suicidio di quattro persone (così Pablo Trincia su Twitter) e si leggono anche disquisizioni pseudo giuridiche sull’assoluzione “per insufficienza di prove”, formula inesistente nel nostro codice, o su un fantomatico valore non pieno dell’assoluzione ai sensi dell'art. 530 c.p. c. 2 ben sapendo che Foti è stato assolto perché il fatto non sussiste (per il reato di lesione) e per non aver il commesso il fatto (per il reato di abuso d'ufficio).

Nessuna parola di pentimento e nessuna considerazione invece sul fatto che Foti è stato indagato e arrestato per frode processuale e, pur assolto in primo grado, la pubblica accusa ha impugnato la sua assoluzione e il suo appello è stato rigettato. Per questi maestri del garantismo verso i forti e del giustizialismo verso i deboli l’unica cosa che conta sembra essere incrinare l’assoluzione di Claudio Foti.

Le affermazioni che vogliono ribadire la colpevolezza di Claudio Foti nonostante la sua assoluzione sono semplicemente inaccettabili. In un paese civile chi viene assolto ha il diritto di essere trattato da innocente. L’assoluzione di Claudio Foti è piena: il codice di procedura penale non contempla assoluzioni di serie A e di serie B. Si comprende benissimo quale sia l’intenzione dei denigratori e di chi non si rassegna all’innocenza di Claudio Foti: speculando sulla formula assolutoria si spera di nascondere la sostanza di questa vicenda, che è una sola: Claudio Foti è innocente, egli è stato vittima di un errore giudiziario e di un linciaggio umano e professionale lungo quattro anni che ha visto alleati politici e media giustizialisti senza scrupoli che non conoscono e non vogliono riconoscere i fondamenti dello stato di diritto.

Ora che il gioco è andato in frantumi, si tenta di mistificare anche il dispositivo della sentenza di assoluzione. Quante assurdità si leggono in queste ore: Foti viene attaccato sull’abuso d’ufficio da chi poi propugna l’abrogazione del reato di abuso di ufficio e viene attaccato per aver protetto e creduto troppo alla parola dei minori. Certo di fronte a tanta acrimonia nasce un plausibile sospetto: nei mesi scorsi Claudio Foti è stato costretto a chiamare in giudizio Travaglio, Belpietro e compagnia a causa della feroce campagna stampa subita in questi anni. Oggi, di fronte all’assoluzione, costoro uniti e compatti denigrano Foti, svalutano la sentenza di assoluzione, reiterano e amplificano le accuse. La domanda è legittima: costoro agiscono così forse perché sperano di ridimensionare una sentenza di assoluzione che li danneggia? Sperano così facendo di salvarsi dalle condanne? Il sospetto è legittimo e tanta foga e insolenza non fa che giustificarlo. Travaglio&co meglio avrebbero fatto a dichiarare nei loro articoli e nei loro interventi la circostanza che erano stati chiamati da Claudio Foti a rispondere della diffamazione ai suoi danni in modo da consentire al lettore di tarare le loro dichiarazioni inquisitorie e comprendere che forse erano interessate.

Claudio Foti non resterà a guardare questo secondo tempo di linciaggio mediatico. Chiameremo a rispondere tutti coloro i quali pretenderanno di ripetere Io squallido spettacolo di gogna mediatica: chiediamo il rispetto della sentenza della Corte d'appello di Bologna e della Costituzione, chiediamo che cessi questo giornalismo forcaiolo, primitivo, violento, picchiatore di innocenti e di indifesi.

Lettera firmata avv. Luca Bauccio, difensore di Claudio Foti