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Il magistrato Giuseppe Chinè, capo della procura federale della Figc
«Vogliamo modificare, tramite un regolamento, da presentare nella prossima Giunta, la dinamica della tempistica che deve tutelare i diritti del ricorrente, la celerità della giustizia e della terzietà. Su questo mi prodigherò», ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò. Ci sono “asimmetrie' perché «la giustizia sportiva ha una capacità di indagine relativamente limitata e si affida molto a quello che la giustizia ordinaria mette a disposizione», ha dichiarato, invece, il ministro dello Sport Andrea Abodi. La decisione della giustizia sportiva di penalizzare di dieci punti, a due giornate dal termine del campionato, la Juventus, ha scatenato in questi giorni un mare di polemiche. Nel mirino, in particolare, il funzionamento della giustizia sportiva, la composizioni dei suoi organi e, appunto le “tempistiche”.
Il procuratore federale è Giuseppe Chinè, magistrato amministrativo originario di Bovalino che, nell’ordine, ha ricoperto negli ultimi anni l’incarico di capo gabinetto del ministro della Salute, dell'Istruzione, dell'Economia e delle finanze. Questa commistione di ruoli aveva attirato nella scorsa legislatura l'attenzione di Andrea Delmastro, attuale sottosegretario alla Giustizia per Fratelli d'Italia, che, in una interrogazione aveva sottolineato come «il capo di gabinetto dell’Economia dirige il traffico di svariati quattrini, ovviamente. Una parte è indirizzata anche verso il mondo delle sport e le varie federazioni, segnatamente anche quella del calcio, per la quale è chiamato a giudicare».
Come fonti di prova contro la Juve Chinè ha prodotto il libro dell’ex calciatore Fabio Paratici dove alla domanda «come siamo arrivati qui?» il dirigente della Juve Federico Cherubini risponde: «Acquisti senza senso e investimenti fuori portata» e anche «utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali». Per Chinè si è trattato di un «atto di natura confessoria di Cherubini». Seguono due intercettazioni di Andrea Agnelli. La prima con John Elkann: «Abbiamo fatto un ricorso eccessivo allo strumento delle plusvalenze. Se ti crolla il mercato ti crolla il mercato, questo è un dato di fatto». La seconda con Maurizio Arrivabene: «Abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la merda... perché è tutta la merda che sta sotto, che non si può dire». Per Chiné «la merda» sono le plusvalenze fittizie. Un documento, poi, sequestrato negli uffici dell’avvocato Cesare Gabasio, manager della Juve, che Chinè ha ritenuto «una pianificazione a tavolino delle plusvalenze che la Juventus doveva fare entro il 30 giugno 2020». Ed infine, una delibera della Consob in cui era emerso che tutte le operazioni sono state concluse in modo contemporaneo, coordinato con la controparte e senza corrispettivo di denaro. Materiale probatorio, per la cronaca, attualmente ancora al vaglio della magistratura ordinaria. Il processo ha avuto per la Juve un iter a dir poco altalenante: prima assolta, poi condannata con 15 punti di penalizzazione, poi rimandata per un’altra valutazione, ed infine condannata a 10 punti.
La giustizia sportiva ha “creato” problemi anche alle altre squadre della Serie A perché, indipendentemente dalla colpevolezza o meno dei bianconeri, i processi, la penalizzazione e il dietrofront, hanno modificato lo svolgimento del campionato. «La penalizzazione è una farsa», ha commentato Josè Mourinho, allenatore della Roma. Perché, infatti, penalizzare la Juventus in questa stagione quando le plusvalenze erano relative agli anni 2018, 2019 e 2020? «Se la Juve ha fatto un falso in bilancio perché togliere punti e non intervenire sul patrimonio?», ha affermato il ministro Giancarlo Giorgetti.