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LaPresse
Sono stati assolti dal reato di associazione per delinquere i 16 dei 28 attivisti e simpatizzanti del centro sociale Askatasuna a processo a Torino. Lo hanno deciso i giudici del tribunale che hanno pronunciando la sentenza di primo grado.
I giudici hanno assolto i 16 imputati dall'accusa di associazione per delinquere “perché il fatto non sussiste”. Diciotto persone sono invece state condannate per i reati minori con pene che vanno dai 4 anni è 9 mesi ai 5 mesi. Per i 28 imputati la procura a dicembre aveva chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere. Nella requisitoria dello scorso dicembre che si era conclusa con la richiesta pene, la procura aveva sottolineato che all'interno del centro sociale nel corso degli anni si è creata una “associazione per delinquere” finalizzata a scontri di piazza e ad attacchi ai cantieri della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione in Valle di Susa.
Al termine della lettura del dispositivo il pubblico presente in aula ha intonato cori scanditi da applausi. «Il teorema è crollato perché chi lotta ogni giorno non può essere equiparato a un delinquente», hanno commentato i manifestanti al presidio davanti al Palagiustizia di Torino. Mentre per Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp «questa è una sentenza che umilia profondamente tutti i poliziotti chi hanno servito lo Stato in condizioni estreme. Rivolgiamo un accorato appello al Ministro Piantedosi di impugnare questa sentenza: non si possono lasciare impuniti coloro che hanno attaccato lo Stato. Serve una risposta chiara e netta».
«Rispetto pieno per il lavoro della magistratura, come è doveroso in uno Stato di diritto ma è altrettanto doveroso dire con chiarezza che Askatasuna rappresenta da anni un problema per la città. È un luogo simbolo di una violenza organizzata che ha messo sotto pressione istituzioni, imprese e Forze dell’Ordine. Per questo, al di là delle sentenze, resta forte e legittima la richiesta politica di chiusura», dichiarano il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario del partito in Piemonte e Marco Fontana, segretario cittadino.
«In questi anni – continuano Rosso e Fontana – chi non si è allineato alle idee di Askatasuna e del movimento No Tav ha spesso dovuto fare i conti con minacce, danneggiamenti, sassaiole. Amministratori pubblici, imprenditori, agenti delle Forze dell’Ordine sono stati bersaglio di attacchi ripetuti. E oggi, a loro, dobbiamo spiegare che quella rete di violenza non ha una responsabilità penale unitaria. Si rispetta la decisione, ma non possiamo ignorare le sue ricadute».
«Diciotto condanne ai teppisti del centro sociale Askatasuna dovrebbero indurre il sindaco di Torino, persona ben diversa da questo gruppo di condannati che semina violenza in Piemonte e non solo, a revocare ogni tipo di intesa con una banda di personaggi che anche la giustizia ha condannato», dichiara in una nota il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
«Contrabbandare la mancanza della condanna per associazione a delinquere quasi come una vittoria vuol dire truffare la pubblica opinione. Askatasuna è protagonista di reiterate e continue violenze contro il popolo in divisa. Sono stati condannati in 18 per le loro violenze ed i loro comportamenti. Una città sana, gloriosa e democratica come Torino e la sua amministrazione non possono avere nulla a che fare con questo pugno di delinquenti. Basta con Askatasuna. Basta con la arrendevolezza nei confronti di persone condannate da una sentenza che comunque li identifica per quello che sono: portatori di violenza», conclude l'esponente azzurro.