Il comunicato stampa del procuratore di Parma Alfonso D’Avino in merito alla vicenda dei due neonati trovati morti nel giardino di una casa a Traversetolo, rappresenta, se non un unicum, una rara eccezione tra le Procure d’Italia. E l’occasione non poteva non essere colta al balzo dal deputato Enrico Costa, da due giorni tornato in Forza Italia, che sul social “X” ha commentato: «Le parole con cui il procuratore di Parma spiega le ragioni del riserbo tenuto in una delicata indagine andrebbero studiate a memoria alla Scuola superiore della magistratura».

Tra i punti salienti della comunicazione del magistrato, quello relativo al fatto che data «la delicatezza estrema di questo nuovo episodio (il ritrovamento dei resti del secondo neonato, nda), vi è stata l’apertura di un fascicolo per possibile violazione del segreto di indagine in relazione alla propalazione della relativa notizia, che rischia di incidere sulle acquisizioni investigative in corso».

E a tal proposito, Costa dice al Dubbio: «Invito ad affiancare le dichiarazioni del procuratore D’Avino, un magistrato che non soltanto rispetta il dettato normativo ma dimostra di apprezzarlo e di metterlo in pratica proprio perché convinto che corrisponda a dei principi costituzionali, con quelle di un altro magistrato che recentemente ha sfottuto le regole sulla presunzione di innocenza». Il riferimento è al fatto che proprio qualche giorno fa il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, durante una conferenza stampa convocata per illustrare una maxi operazione antidroga, ha detto, ironizzando, per l’ennesima volta, sulla legge di recepimento della direttiva europea: «L’indagine è la dimostrazione tecnico-giuridica dell’esistenza di un’associazione a delinquere dedita al traffico di stupefacenti, di un’associazione a delinquere di stampo mafioso e di tutta quella serie di reati fine tipici di un’associazione mafiosa, quali estorsione, traffico di droga, riciclaggio e autoriciclaggio. Quindi questa notte abbiamo arrestato trentadue presunti innocenti».

Questo, per Costa, dimostra come vi sia «una stragrande maggioranza di magistrati che svolge il proprio lavoro nel riserbo dovuto alla fase delle indagini, e una minoranza insofferente a queste regole. Perciò sarebbe utile, anche per la formazione dei magistrati, che il comunicato del procuratore di Parma venisse affisso nelle aule della loro Scuola». Inoltre, sottolinea il parlamentare, «se fossi una delle persone, presunta innocente, interessata dalle indagini della Procura di Napoli, non accetterei di, come dire, subire frasi ironiche. I pm hanno il grande potere di chiedere gli arresti e i giudici di disporli, ma nessuno ha il diritto di svilire un principio costituzionale».

Fu proprio grazie a Costa che due anni fa alla Camera venne approvato un ordine del giorno che impegnava il governo a far svolgere dall’Ispettorato generale del ministero della Giustizia un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori capo circa l’esistenza dell’interesse pubblico che deve giustificare, per legge, la convocazione di conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti. «Il governo, a una mia interrogazione, ha risposto che il monitoraggio è stato avviato, e che erano iniziate anche alcune azioni disciplinari, ma bisognerebbe vedere al Csm quale esito hanno avuto. Non dimentichiamo che la legge delega 71 del 2022, la riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario, ha disposto la modifica dell’articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo 109 del 2006, inserendo tra gli illeciti disciplinari la violazione delle norme sulla presunzione d’innocenza. Comunque è evidente che un monitoraggio deve essere non soltanto portato avanti con costanza ma anche reso noto negli esiti, senza additare le singole Procure ma almeno evidenziando quanti abbiano violato la norma e perché».

A proposito di norme sulla presunzione d’innocenza, domani inizia l’esame, nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, del decreto legislativo approvato a inizio settembre dal Consiglio dei ministri che prevede il divieto di pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare, proposto sempre da Costa. Un provvedimento che passerà senza problemi: il Parlamento esprime un parere non vincolante, e la maggioranza su questo è compatta.