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Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante lo svolgimento del question time alla Camera dei Deputati a Roma, Mercoledì, 30 Ottobre 2024 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Minister of Justice Carlo Nordio in occasion of the question time in the Chamber of Deputies in Rome, Wednesday, October 30 2024. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse )
Durante il secondo mandato di Berlusconi a Palazzo Chigi, concluso nel 2006, Giulio Tremonti inventò una curiosa formula: «Siamo il primo Esecutivo all’opposizione dello Stato». Voleva dire che lo slancio, o il presunto slancio della “rivoluzione liberale” berlusconiana era mortificato dalle resistenze, dal sabotaggio silenzioso e invisibile dei grand commis, delle figure tecniche, spesso provenienti dalla magistratura, che presidiavano posti chiave nei ministeri e remavano contro.
Forme di “boicottaggio interno” ci sono sempre, in tutte le maggioranze. È la dialettica politica, certo. Nel caso del governo Meloni, il fenomeno è in via di ridimensionamento almeno sul fronte giustizia. Lo attestano il rilancio delle leggi sulle intercettazioni e la compattezza sulla separazione delle carriere. Ma c’è una riforma importante quanto perduta, invisibile: la riforma della prescrizione.