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«Potenziale paralisi degli uffici»: è questo l’allarme lanciato dal presidente della Corte di Appello di Roma, Giuseppe Meliadò, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto capitolino. Le cause? «Si stanno svuotando non solo i ruoli dei nuovi funzionari, assunti a termine con i fondi del Pnrr, ma anche quelli del personale amministrativo di ruolo». Per il magistrato preoccupano anche le «prospettive – non certo fauste – che ne derivano da una delle poche riforme, quella dell’ufficio per il processo, che ha cercato di incidere sul lavoro del magistrato». Il problema è come «far sopravvivere» l’Upp al Pnrr. Per quanto concerne gli effetti delle recenti riforme civili e penali che il legislatore ha varato «con frenesia», Meliadò ha sottolineato che «è troppo presto per valutazioni conclusive», ma si possono tracciare alcune linee di tendenza. «A parità di personale e di mezzi disponibili», sarà difficile raggiungere gli obiettivi prefissati per il civile, mentre per il penale «la riforma Cartabia poteva osare di più rispetto al vero male oscuro del sistema penale, e cioè all’ipertrofia delle sanzioni penali nel nostro ordinamento». Da apprezzare «le sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, la scelta di dare tempi certi alle indagini preliminari e di condurre a giudizio solo i casi in cui il materiale di indagine abbia una consistenza qualificata». Difficile però ipotizzare grandi cambiamenti nel distretto della Corte di Appello di Roma: «Un arretrato di 46903 processi imporrebbe interventi straordinari, tali da far superare il divario incolmabile con le altre Corti, nessuna delle quali, se si eccettua Napoli, supera le 10000 pendenze».
I numeri
In Corte di Appello per l’area civile c’è una diminuzione delle pendenze degli affari civili dell’8,2%, 9,6% al Tribunale. Per quanto concerne il penale in Corte la diminuzione è pari al 7%, in tribunale c’è un aumento delle definizioni di bel il 68,5% nella sezione gip, gup, del 9,8% nel dibattimento collegiale e del 16,2% nel rito monocratico.
La prescrizione
Per Meliadò, poi, «l’uscita di scena della disciplina dell’improcedibilità non desta rimpianti, avendo da sempre suscitato perplessità e fondate preoccupazioni». Tuttavia critica il mancato accoglimento da parte del legislatore di una norma transitoria nell’approvazione della nuova prescrizione «è da chiedersi a chi giovi il rischio di un ulteriore congestione del sistema penale che la nuova disciplina porta con sé».
La criminalità
«Per quantità e qualità dei fenomeni radicati nel territorio di Roma e nei circondari di Latina, Velletri, Cassino e Frosinone, la realtà criminale del Lazio è ormai comparabile a quella delle capitali storiche della criminalità organizzata del Paese. Lo testimoniano i numeri dell'ufficio del Gip-Gup del Tribunale di Roma, che segnalano nel 2023 ben 28 nuovi procedimenti con oltre 30 imputati e complessivamente 267 procedimenti riferibili a reati in materia di criminalità organizzata. E al contempo ne danno conferma le mutazioni profonde che si evidenziano nelle modalità di realizzazione delle condotte criminose più diffuse, con il coinvolgimento di giovanissimi, appena maggiorenni e incensurati, utilizzati dalle grandi organizzazioni criminali nel traffico di stupefacenti». C’è anche questo nella relazione di Giuseppe Meliadò, che conclude: «Attorno allo zoccolo duro dei reati di spaccio ruoti la crescita esponenziale dei reati contro la persona e in particolare contro le donne, oltre che dei reati finanziari e fallimentari».
«La capienza regolamentare complessiva degli istituti penitenziari della regione è di 5.287 posti, con un tasso di affollamento medio pari al 119,2 per cento e con un aumento delle presenze del 6,4 per cento rispetto all'anno precedente»: così invece, tra l’altro, il procuratore generale facente funzioni di Roma Salvatore Vitello nella relazione per l'anno giudiziario. «In tale condizione di criticità vanno anche considerati i dati drammatici su suicidi ed episodi di autolesionismo che registrano un aumento. La problematica attinente alla salute mentale dei soggetti autori di reato e della conseguente necessità di applicazione di misure di sicurezza si scontra con 'insufficienza delle strutture rispetto al fabbisogno», ha sottolineato. «Sul fronte penitenziario, si osserva che nel Lazio le dinamiche di crescita della popolazione detenuta risultano più intense sia per quanto riguarda i detenuti con pene inferiori a 5 anni che sono cresciuti del 10%, sia per coloro che devono scontare condanne di maggiore entità che hanno fatto registrare un tasso di crescita del 7,6%. Diminuiscono nella nostra regione le persone detenute in attesa di giudizio ( 6,5%)», ha concluso.
L’avvocatura
«La Camera penale di Roma anche quest'anno intende prendere le mosse da una affermazione del ministro della Giustizia secondo cui il nuovo corso della giustizia varrebbe 2 punti del Pil. È affermazione che ci preoccupa. Ci preoccupa perché segnala una prospettiva di lettura delle cose della giustizia, specie penale, improntata a una efficienza che non le è propria, perché inerisce al rapporto costi-benefici piuttosto che alla qualità delle garanzie dei diritti di tutti i soggetti che il processo subiscono, primi fra essi, le imputate e gli imputati», ha affermato Gaetano Scalise, presidente della Camera Penale di Roma durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Faccio mie le parole del procuratore generale della Corte di cassazione, Luigi Salvato, su un altro tema delicato che riguarda i processi mediatici: va ribadito che “verità giudiziaria” è solo quella raggiunta nell'osservanza del giusto processo di legge celebrato da magistrati ed avvocati; pretendere di sostituirla con improbabili indagini, abnormi plebisciti, significa distruggere le basi dello Stato di diritto e delle nostre libertà. Come dargli torto», ha aggiunto Scalise, che ha proseguito: «Noi avvocati penalisti, noi avvocati penalisti dell'Unione, navighiamo quotidianamente in queste acque tempestose. Solo dialogo anche duro, ma franco tra avvocatura e magistratura, nel rispetto dei reciproci ruoli, potrà attrezzare tutti, anche voi, per dirigere la prua verso il giusto processo, che forse non inciderà sul Pil, ma restituirà alla collettività quelle garanzie Costituzionali che fanno lo Stato per davvero democratico e il diritto penale per davvero liberale», ha concluso.
«Abbiamo dimostrato come Avvocati che siamo pronti al cambiamento e quando avremo scritto la nuova legge professionale per consegnarla alla politica lo saremo ancora di più», ha affermato il Coordinatore dell'Organismo congressuale forense, Mario Scialla. «La nostra interlocuzione è costante e discende dal contatto diretto con il territorio, di cui abbiamo una conoscenza approfondita sull'intero territorio nazionale'», ha detto Scialla, che ha rimarcato la «carenza di organico» nella giustizia sia per quanto riguarda i Magistrati che per la parte amministrativa, oltre alla “carenza delle strutture”. «Il 2023 è stato l'Anno delle riforme e del Pnrr applicato alla giustizia - ha proseguito Scialla - L'Organismo congressuale forense ha citato tutte le criticità. Svolgere la nostra professione con gli strumenti telematici ci ha allontanato dalle aule. Il rapporto interpersonale va recuperato con forza. La solitudine tecnologica incide sull'aspetto socializzante degli operatori del diritto». A tal proposito il Coordinatore dell'Ocf ha sottolineato come «nel processo civile e penale da un lato si spinga per modernizzare il sistema Giudiziario, dall'altro si riducono le risorse per questa modernizzazione». Scialla ha poi evidenziato «la grave criticità in cui versa il sistema carcerario, con carceri in sovraffollamento e un aumento dei suicidi. Il cittadino - ha proseguito Scialla - si rivolge all'avvocato e a questo chiede giustizia. L'avvocato è una sentinella della democrazia e del diritto insopprimibile della difesa. Da qui nasce la necessità di una stretta collaborazione tra avvocatura e magistratura. Agli avvocati vengono quotidianamente consegnate dai propri assistiti richieste di tutela. Gli avvocati si assumono una grande responsabilità, affrontandola con la competenza e la qualità del loro lavoro e il bagaglio culturale che costituisce la prima leva di sviluppo della società. Avvocati e magistrati sono impegnati nel comune obiettivo di garantire la difesa e tutela dei diritti. Per questo invio da parte di Ocf gli auguri di buon lavoro ai magistrati e agli avvocati del distretto».