Il Tribunale dell’Unione Europea ha stabilito che la Polonia dovrà versare un totale di circa 320,2 milioni di euro come sanzione per il mancato rispetto di una decisione della Corte di Giustizia dell’Ue relativa a riforme giudiziarie adottate nel 2019. Secondo il verdetto, il governo polacco non ha rispettato le disposizioni comunitarie e non ha sospeso alcune norme contestate dalla Commissione Europea, incorrendo così in una penalità finanziaria.

L’origine del provvedimento risale al 1° aprile 2021, quando la Commissione ha avviato un procedimento per inadempimento contro la Polonia. La Corte di Giustizia, il 27 ottobre 2021, ha stabilito che Varsavia avrebbe dovuto sospendere l’applicazione di alcune disposizioni della riforma giudiziaria, imponendo una multa giornaliera di un milione di euro, entrata in vigore il 3 novembre 2021.

Successivamente, il 9 giugno 2022, la Polonia ha adottato una nuova legge per conformarsi, almeno in parte, alle richieste dell’Ue. A seguito di questa modifica, il 21 aprile 2023 la Corte ha ridotto la sanzione giornaliera a 500 mila euro, ritenendo che la nuova normativa avesse recepito in maniera significativa le disposizioni richieste dall’Unione. Tuttavia, dato che la Polonia non ha provveduto al pagamento delle penalità nei tempi previsti, la Commissione Europea ha recuperato le somme dovute tramite compensazione con crediti comunitari spettanti al Paese.

Il ricorso della Polonia respinto dai giudici Ue

Di fronte alla decurtazione forzata dei fondi, il governo polacco ha presentato ricorso al Tribunale dell’Unione Europea, contestando la decisione di compensare la somma. In particolare, Varsavia ha chiesto l’annullamento di sei decisioni di compensazione relative al periodo compreso tra il 15 luglio 2022 e il 4 giugno 2023, sostenendo che, essendo già entrata in vigore la legge del 9 giugno 2022, la Commissione non aveva più il diritto di esigere il pagamento della penalità massima di un milione di euro al giorno.

In alternativa, la Polonia ha richiesto almeno l’annullamento parziale delle decisioni comunitarie, limitatamente alla metà della somma dovuta, sostenendo che dal 15 luglio 2022 al 20 aprile 2023 la penalità avrebbe dovuto essere ridotta a 500 mila euro giornalieri e non applicata per intero.

Tuttavia, il Tribunale dell’Unione Europea ha respinto tutte le richieste della Polonia. I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che la Commissione ha agito nel pieno rispetto del diritto comunitario nel recuperare le somme dovute.

Secondo la sentenza, né la giurisprudenza della Corte costituzionale polacca né l’entrata in vigore della nuova legge del 9 giugno 2022 possono essere utilizzate per contestare la validità del debito. Di conseguenza, il Tribunale ha confermato la legittimità delle decisioni della Commissione, confermando la sanzione a carico di Varsavia.