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Foto Valeria Ferraro/LaPresse13-01-2020 Lamezia Terme
Le Camere penali calabresi hanno proclamato una mobilitazione per denunciare il grave stato di crisi della giustizia penale nella regione, aggravato da una drammatica carenza di personale e dall’eccessiva enfasi sui maxi-processi contro la criminalità organizzata. La delibera, firmata dai penalisti calabresi, mette in luce vari punti critici: la mancanza di giudici e risorse sta portando al rinvio di processi fino al 2026, come avviene a Catanzaro, mentre situazioni simili si verificano anche in altri tribunali, come Cosenza e Vibo Valentia.
Carenza di personale e maxi-processi
Uno dei principali problemi segnalati è la cronica carenza di organico che affligge i tribunali calabresi. Al Tribunale di Catanzaro, la pianta organica non è mai a regime, e il numero dei giudici non è sufficiente a gestire il carico di lavoro. Nonostante le ripetute richieste di attivare una VI sezione, la crisi continua, con processi monocratici rinviati fino al 2026. L’intero sistema giudiziario regionale, da Cosenza a Vibo Valentia, è al collasso. A peggiorare la situazione vi è il peso dei maxi-processi, come “Rinascita”, che drenano risorse dalla giustizia ordinaria e comprimono i diritti degli imputati, con gravi conseguenze.
Maxi-processi e diritti negati
Il sovraccarico derivante dai maxi-processi è uno dei temi centrali della protesta. Sebbene necessari per contrastare la criminalità organizzata, questi procedimenti assorbono la maggior parte delle risorse, lasciando la giustizia ordinaria in uno stato di semi-paralisi. Giuseppe Milicia, coordinatore delle Camere penali calabresi, sottolinea come «la logica dei maxi-processi è ammantata di tecnicismi, ma in realtà svuota i principi del contraddittorio e della difesa. Non è possibile, né dignitoso, difendere centinaia di imputati in un unico processo». Secondo Milicia, l’attuale sistema comprime i diritti degli imputati, trasformando le tesi accusatorie in sentenze senza un vero confronto tra le parti. L’avvocatura penalista è convinta che il modello dei maxi-processi debba essere rivisto, in quanto gli avvocati si trovano spesso a combattere battaglie legali senza le condizioni minime per garantire una difesa dignitosa.
Un sistema in crisi e le ingiuste detenzioni
La crisi della giustizia calabrese non si ferma solo alla carenza di giudici e al peso dei maxi-processi. Le Camere penali denunciano anche un drammatico aumento delle ingiuste detenzioni, con numerose persone detenute per anni in attesa di una sentenza definitiva. Questo fenomeno, causato dall’impossibilità di garantire tempi rapidi nella celebrazione dei processi, rappresenta una delle conseguenze più nefaste del collasso giudiziario. Giuseppe Aloi, presidente della Camera penale di Vibo Valentia, ha voluto sottolineare l’importanza di questa battaglia per l’intero sistema giudiziario. «Non stiamo lottando solo per difendere la nostra categoria, ma per l’interesse della giustizia e dei cittadini. Anche i magistrati si ritrovano spesso da soli, schiacciati da un carico di lavoro che non permette loro di garantire processi giusti e tempestivi». Aloi ha evidenziato come la carenza di risorse e l’abuso dei maxi-processi rendano impossibile una giustizia equa e rispettosa delle garanzie costituzionali. «È necessario un intervento urgente delle istituzioni per salvaguardare i diritti degli imputati e il corretto funzionamento della giustizia», ha aggiunto.
Appelli ignorati e una protesta che continua
Nonostante i ripetuti appelli al ministero della Giustizia e alle autorità competenti, la risposta istituzionale è stata del tutto insufficiente. Solo il presidente del Tribunale di Castrovillari ha avviato un confronto costruttivo con gli avvocati penalisti, mentre altrove regna il silenzio. Questa mancanza di dialogo ha portato alla cronicizzazione della crisi, costringendo le Camere penali ad adottare misure più drastiche. I penalisti calabresi hanno dunque annunciato una serie di astensioni a rotazione da settembre a dicembre 2024. A Vibo Valentia la protesta si terrà dal 23 al 27 settembre, mentre altre Camere seguiranno con scioperi fino a novembre, culminando in una mobilitazione regionale dal 10 al 12 dicembre. Questa mobilitazione si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e chiedere un dialogo serio sulle problematiche che affliggono la giustizia calabrese. Come ha ribadito Giuseppe Milicia, «se non ci sarà un’inversione di tendenza, continueremo a lottare. È da anni che combattiamo contro il sistema dei maxi-processi, ma sembra che non ci sia volontà di migliorare. Il sistema attuale conviene a molti, ma certamente non ai cittadini». Gli avvocati calabresi restano decisi a proseguire la loro battaglia finché non verrà aperto un confronto serio con le istituzioni, per tutelare non solo i diritti degli imputati, ma l’intero sistema giudiziario.