Potrebbe ripetere il reato di “bancarotta fraudolenta patrimoniale”, per questo questa mattina la guardia di finanza ha posto agli arresti domiciliari l’avvocato Giancarlo Pittelli. Sono passati pochi giorni dalla sentenza che ha condannato il legale calabrese a undici anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma il provvedimento eseguito ha origine in una data precedente, il 19 ottobre, quando partiva dalla Dda di Catanzaro l’ordinanza con la richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’avvocato.

Non è secondaria la data, perché la richiesta è, a quanto pare, l’ultimo, o uno degli ultimi atti firmati dal procuratore Nicola Gratteri, che si insedierà proprio il giorno successivo e con grande soddisfazione al vertice della Dda di Napoli. Lasciando nei vecchi uffici un fascicolo con una richiesta molto pesante per una vicenda antica, che si è sviluppata nel corso di molti anni e che ha origine nell’acquisto, da parte dell’avvocato catanzarese, di un terreno edificabile in zona marina addirittura nel 1984. La giudice per le indagini preliminari Chiara Esposito riceve l’ordinanza proprio nei giorni in cui il tribunale di Vibo è riunito in camera di consiglio per il processo “Rinascita Scott”, da cui uscirà un mese dopo con una sentenza che, se pure abbia condannato l’avvocato Pittelli, assurto fin dal blitz del 19 dicembre 2019, a simbolo della famosa “area grigia” della saldatura tra le ‘ndrine e la politica, non ha del tutto soddisfatto l’accusa e il procuratore Gratteri.

Se un terzo abbondante degli imputati viene assolto, il processo non è più “maxi”, nulla di paragonabile quindi a quello istruito in Sicilia dal giudice Giovanni Falcone, che con quella storica sentenza definitiva del 30 gennaio 1992, chiuse in via definitiva la stagione stragista dei corleonesi di Cosa Nostra. Quel che è accaduto il 20 novembre 2023 nella grande aula costruita appositamente a Lamezia non è stato, al contrario, nulla di storico. Soprattutto perché, a parte la condanna di Pittelli, che però è un “simbolo” e in quanto tale sembra sempre rivestire un ruolo particolare, i politici e amministratori locali accusati di concorso esterno in associazione mafiosa sono stati quasi tutti assolti. Non si può non notare quindi il fatto che l’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri porta la data del 20 novembre, il giorno della sentenza del processo “Rinascita Scott”.

Non riusciamo a immaginare quali sarebbero stati i commenti, e soprattutto la reazione del diretto interessato, se quel giorno lui fosse uscito assolto dall’accusa più infamante, quella di avere in qualche modo aiutato la mafia. Che immagine avrebbe dato la giustizia nel veder uscire da quell’aula in manette, sia pure virtuali, un uomo appena assolto? Chi avrebbe risparmiato il procuratore Gratteri dal sospetto di volersi accanire proprio sull’imputato più prestigioso, famoso avvocato ed ex senatore? Non è andata così e questo nuovo arresto non ha nulla a che fare con la ‘ndrangheta. Ma porta pur sempre le firme di uomini e donne della Dda di Catanzaro che l’hanno richiesto, Irene Crea, Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo, Andrea Buzzelli. E Nicola Gratteri.

Si tratta di una storia un po’ complicata nella quale l’avvocato Pittelli non solo si dichiara estraneo all’accusa, dice di non aver visto una lira o un euro, ma addirittura si sente vittima. Tanto da aver denunciato una persona, l’architetto Crovella di Torino, per truffa, reato poi andato in prescrizione. Al professionista torinese l’avvocato Pittelli avrebbe ceduto le quote della società dopo che nel 2003 la società At, proprietaria del terreno da lui acquistato nel 1984, aveva goduto di un decreto di finanziamento per la costruzione di un albergo. All’epoca l’avvocato era parlamentare, era quindi stato costretto a fidarsi di una persona che evidentemente non lo meritava. E a lui il legale attribuisce anche la responsabilità di quell’anticipo di 800.000 euro ottenuti dalla Regione. Comunque sono fatti che terminano nel 2018 e che l’avvocato Pittelli, come sostengono i suoi difensori, gli avvocati Guido Contestabile e Astolfo Di Amato, si apprestava a risolvere quando lo hanno arrestato quel 19 dicembre 2019 per l’inchiesta “Rinascita Scott”. Tutte questioni che comunque, pur nella sua singolare posizione di arrestato (ma a che cosa servono le manette per timore di reiterazione del reato?) Giancarlo Pittelli avrà occasione di spiegare martedì prossimo, quando si svolgerà il suo interrogatorio.