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“Dobbiamo esserne consapevoli: ogni riforma che ambisca a essere profonda necessita di un tempo di decantazione. È necessario dare alle disposizioni di nuovo conio un tempo di stabilità operativa, che consenta di verificarne la reale capacità in incidere in positivo sull’esistente”. Lo ha detto Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario alla Corte d'appello di Palermo.
“Siamo consapevoli di trovarci in un momento storico di particolare complessità, non solo in generale, ma anche con riferimento al settore giustizia - ha affermato -. La situazione di assoluta gravità dei tassi di scopertura degli organici – che si attestano in questo distretto intorno all’11%, con punte del 25% per alcuni uffici –, la sfida del raggiungimento degli obiettivi del Pnrr e, non ultimo, le incisive riforme che in questi ultimi mesi hanno inciso profondamente sulla giustizia civile e penale rappresentano tre elementi che impongono a tutte le istituzioni dello Stato, e tra queste al Consiglio superiore della magistratura per quanto di sua competenza, un’attenta e attiva vigilanza sullo stato della giustizia”. “Nei limiti delle funzioni che la Costituzione gli attribuisce, il Consiglio offrirà sempre – nell’ottica di quella leale collaborazione, su un piano di parità, tra poteri dello Stato che è scritta nelle fondamenta della nostra Carta fondamentale – il proprio attento, ponderato contributo”, ha sottolineato.
“La legittimazione della magistratura - ha affermato Pinelli - si fonda sulla sua professionalità, una professionalità che non significa solo freddo e asettico possesso delle competenze tecnico-giuridiche adeguate alla soluzione delle questioni che sono loro sottoposte, ma che significa anche capacità di mantenere equilibrio e riserbo in tutti i comportamenti, dentro e fuori dall’esercizio delle funzioni. Professionalità che significa capacità di esercitare i delicatissimi poteri che la Costituzione attribuisce ai magistrati nella prospettiva irrinunciabile della tutela dei diritti e del rispetto della dignità delle persone”. “Il raggiungimento dell’obiettivo della ricostruzione di questo rapporto di fiducia passa necessariamente dalla capacità della magistratura di mostrarsi credibile, attraverso l’impegno costante nell’esercizio indipendente, autonomo, imparziale della giurisdizione”.
Anno giudiziario a Bari, l’intervento di Sisto
“Delle riforme non bisogna avere paura, vanno affrontate. Se sono state democraticamente pronunciate dal Parlamento, che le ha decise secondo parametri di rispetto della democrazia, tutti abbiamo l'obbligo di adottarle: magistrati, personale amministrativo, cittadini”. Lo ha affermato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervenendo all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte di Appello di Bari.
“Le riforme, questo lo spirito – ha aggiunto - sono scritte sempre con il compito di difendere i cittadini e i loro diritti e fare in modo che riacquistino la fiducia nella giustizia. Oggi i cittadini temono la giustizia, dobbiamo capovolgere questa logica. I cittadini non devono temere la giustizia, ma le conseguenze derivanti dall'accertamento delle responsabilità”, ha proseguito Sisto.
Anno giudiziario a Torino, l’intervento di Andrea Delmastro
Il timore legato alla scelta legislativa della procedibilità di alcuni reati, anche gravi, a querela della persona offesa “può ritenersi già parzialmente superato dal disegno di legge messo in campo per colmare una stortura di quella riforma sicuramente non voluta”. La rassicurazione, a fronte delle perplessità espresse dai magistrati, è venuta dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte d'appello di Torino.
Nel suo intervento, Delmastro ha, poi, ricordato, che “un contesto come quello attuale è prioritario assicurare all'amministrazione della giustizia ogni sforzo necessario per realizzare, nel rispetto compiuto dei diritti, un sistema moderno, efficiente e veloce. Per questa ragione l'impegno dell'amministrazione nel corso dell'anno passato si è concentrato anzitutto sugli obiettivi del Pnrr da raggiungere entro il 2026 che riguardano la riduzione del disposition time e l'abbattimento dell'arretrato nei termini convenuti con l'Europa”.
Anno giudiziario a Roma, l’intervento di Casciaro (Anm)
''Assistendo all'inaugurazione dell'anno giudiziario di Roma, ufficio che soffre di rilevanti scoperture di organico, colpisce, tra le altre cose, il dato sui riflessi organizzativi già determinatisi per effetto della recente riforma Cartabia sull'improcedibilità, in termini di inevitabile posticipazione dei processi d'appello più risalenti, anche per fatti di grave allarme sociale, per fare posto nei ruoli a quelli per reati successivi al 1.1.2020 che, in quanto soggetti al nuovo regime, sono a forte rischio di improcedibilità biennale”. È quanto dichiara il segretario generale dell'Anm, Salvatore Casciaro, a margine della partecipazione all'inaugurazione dell'anno giudiziario a Roma.
“Si tratta di effetti distorsivi della riforma che avevamo segnalato, restando inascoltati. Urge ora colmare le gravi scoperture degli organici dei distretti, specie di quelli più in sofferenza, e procedere al loro potenziamento per mettere i magistrati in grado di dare una risposta di giustizia adeguata alle esigenze della collettività”, conclude.