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Il ministero della Giustizia assicurerà al processo penale telematico, anche nel 2025, un «congruo periodo di sperimentazione» al fine di risolvere alcune criticità che erano state evidenziate nelle scorse settimane. Lo rendono noto da via Arenula, smorzando così le polemiche degli ultimi giorni. In particolare, era stato il Consiglio superiore della magistratura, con un parere votato ieri a maggioranza (con l’astensione dei laici di centrodestra), a segnalare diversi aspetti critici che avrebbero reso l’applicativo non idoneo a gestire un settore strategico quale è la giurisdizione penale. La piattaforma, inoltre, aveva manifestato dei “bug”, rivelandosi instabile e soggetta a improvvisi e frequenti crash di sistema, con la conseguenza di cancellare atti già caricati.
La scelta di rendere obbligatorio il processo penale telematico, come si ricorderà, era stata fatta nel corso della precedente legislatura, con l’approvazione della riforma Cartabia e il successivo inserimento nel Pnrr della digitalizzazione del processo penale “fino all’udienza preliminare esclusa” a partire dall’inizio del 2024.
Il governo Meloni, fin dal suo insediamento, si era dunque trovato nella condizione obbligata di dovere dare esecuzione agli impegni presi dal precedente Esecutivo, sia in sede nazionale che europea, rendendo possibili i depositi telematici nei procedimenti penali – per la prima volta nella storia del processo penale – a partire dal 14 gennaio 2024. Dopo una prima fase di fisiologico assestamento, i depositi telematici delle richieste di archiviazione, secondo gli ultimi dati disponibili, raggiungono adesso quasi il 90 percento del totale delle richieste complessive negli Uffici.
Da parte del ministero della Giustizia, in questi due ultimi anni, per raggiungere l’obiettivo, sono state pianificate con il Csm riunioni che si svolgono con cadenza mensile, consentendo così di monitorare costantemente l’evoluzione dell’applicativo. Il gruppo di lavoro costituito dal ministero, al quale partecipano attivamente anche magistrati espressamente designati dal Csm, si riunisce almeno due volte al mese. Dallo scorso 18 ottobre è stata messa in esercizio la versione “App2.0”, una nuova scrivania digitale, che seguendo i desiderata espressi dagli Uffici giudiziari presenta alcune novità in tema di ricerca dei fascicoli, consultazione degli stessi, indicazione atti ricevuti da lavorare e in lavorazione, visualizzazione del calendario delle udienze e carico dei documenti. Il nuovo sistema App è in funzione presso le Procure e le sezioni gip dei Tribunali dal 14 gennaio scorso. Inoltre, dal 31 ottobre, tale App è in dotazione anche in Tribunale per i giudici del dibattimento, sia collegiale che monocratico. Da un mese i magistrati in servizio presso tutti gli Uffici giudiziari
di primo grado italiani sono stati quindi posti in grado di sperimentare l’uso dell’applicativo. Il prossimo 16 dicembre, poi, in vista dell’obbligatorietà del deposito telematico negli Uffici di primo grado, saranno introdotte altre funzionalità nell’applicativo App2.0, in grado di soddisfare diverse richieste, come l’intestazione della sentenza per i gip, i gup e i giudici del dibattimento. A via Arenula, inoltre, è già partito l’iter per modificare l’articolo 3 del decreto ministeriale 29 dicembre 2023, numero 217, che detta i termini dell’avvio del processo penale telematico, in modo da assicurare, a partire dal prossimo 1° gennaio, un regime di cosiddetto “doppio binario” (analogico e telematico) per tutti gli atti depositati dai magistrati nella fase delle indagini preliminari e per i provvedimenti cautelari sia personali che reali innanzi agli Uffici giudiziari di primo grado.
In particolare, è stato già trasmesso al Csm e al Cnf – perché fossero resi, come avvenuto prima da parte dell’istituzione forense e ieri, appunto, da parte di Palazzo Bachelet, i previsti pareri obbligatori – uno schema di decreto che modifica proprio il citato articolo 3 del decreto ministeriale 29 dicembre 2023 numero 217. La nuova road map prevede dunque che sino al 31 dicembre 2025, con l’eccezione della Procura e del gip, il deposito da parte dei magistrati – salvo che per i procedimenti di archiviazione – possa avere luogo anche con modalità non telematiche.
“Doppio binario”, sempre fino al 31 dicembre 2025, anche per il deposito di atti nei procedimenti cautelari, personali e reali, compreso il giudizio innanzi al Tribunale del Riesame. A decorrere dal prossimo 1° gennaio, invece, gli atti del processo saranno depositati in modalità esclusivamente telematica nelle fasi dell’udienza preliminare, dei riti speciali (giudizio immediato, abbreviato, patteggiamento e decreto penale di condanna) e del dibattimento. Dal 1° aprile 2025, infine, gli atti di iscrizione delle notizie di reato di cui all’articolo 335 del codice procedura penale e gli atti nel rito speciale “per direttissima” saranno depositati in modalità esclusivamente telematica. Questo nuovo cronoprogramma, fanno sapere da via Arenula, dovrebbe dunque consentire un avvio del penale telematico senza strappi e il raggiungimento degli obiettivi concordati con Bruxelles.