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Scontri e feriti a Tirana durante la manifestazione organizzata dall’opposizione per chiedere le dimissioni del governo del premier socialista Edi Rama. Secondo Albania Daily News, almeno sei manifestanti e due poliziotti sono rimasti feriti negli scontri scoppiati quando alcuni delle migliaia di manifestanti hanno cercato di entrare all’interno della sede degli uffici del primo ministro lanciando bottiglie molotov. A questo punto gli agenti hanno risposto usando gas lacrimogeni e idranti si legge sul sito del Tirana Times. «Solo con un piccolo tentativo, alcuni dimostranti hanno distrutto le barriere dalla polizia, questo è uno scenario criminale che è stato premeditato». È l’accusa lanciata dal presidente del Partito Democratico, Lulzim Basha, che ha indetto la manifestazione di oggi contro il governo lasciando intendere che la polizia non si intervenuta consapevolmente per fermare per tempo i facinorosi. «I dimostranti si erano riuniti per manifestare senza violenza, ora la situazione è fuori controllo», ha aggiunto Basha. L’opposizione chiede le dimissioni del premier Edi Rama e la formazione di un governo di transizione che prepari il Paese a nuove elezioni. «Esorto tutti i leader politici a prendere le distanze dalle violenze condotte contro le istituzioni dell’Albania. Invito i cittadini a prendere le distanze dagli elementi violenti», è l'appello del ministro dell’Interno, Sander Lleshaj, che ha poi aggiunto: «Non la violenza, ma la ragione ci porta più vicini all’Europa dei valori». Due giorni fa la polizia aveva negato il permesso richiesto dal Partito Democratico per una mobilitazione di protesta permanente di fronte alla sede del governo. Giovedì scorso, parlando al Parlamento, Basha aveva annunciato «la più grande manifestazione degli ultimi 30 anni» in Albania per «indicare, all’unisono, quello che non siamo stati in grado di dettare da quest’aula di Parlamento, la necessità di separare la politica dal crimine, la fine della legittimazione del furto dalle tasche degli albanesi». L’opposizione accusa il premier Edi Rama di corruzioni e collusione con la criminalità.