Secondo le motivazioni con cui il tribunale del Riesame di Torino ha rigettato la richiesta della procura di Ivrea di imporre a Omar Favaro il divieto di avvicinamento alla sua famiglia, nel procedimento che lo vede indagato per maltrattamenti e violenza sessuale verso la moglie, non bisogna “cadere” nell'errore di considerare le colpe sul duplice omicidio di Novi Ligure come una “pena naturale” per Omar Favaro, che vada oltre quella “quella strettamente giuridica ormai espiata”.

Il riferimento è al duplice omicidio del 2001, per il quale Favaro ha scontato la pena, condannato con l'allora fidanzatina Erika De Nardo. I giudici rilevano che è corretto tenere in considerazione il delitto di 22 anni fa ma “perché tale valutazione non si trasformi in una forma indebita di novazione della pena naturale a fini giuridici è necessario” che si valuti “la tipologia e concretezza del precedente penale anche in relazione alla persona del suo autore”. Va tenuto conto che quel duplice omicidio fu commesso da “un soggetto minorenne nell'ambito di una relazione di coppia in cui Favaro era soggetto debole e dipendente”.

Secondo i giudici, i dati recenti indicano che si può “escludere ragionevolmente” che Favaro “compia atti della stessa specie di quelli per cui si procede”. L'ordinamento giuridico non deve temere di giungere “ad un giudizio di inattualità concreta di pericolosità sociale nei confronti di un indagato pure con un passato così gravoso (soggettivamente) e così grave (oggettivamente)”, concludono i giudici.

Favaro fu condannato per il duplice omicidio di Novi Ligure del 2001, insieme all’allora fidanzatina Erika De Nardo, e ha scontato la pena per poi rifarsi una vita. Ora è indagato per maltrattamenti nei confronti della moglie dalla quale si sta separando, in presenza e ai danni della figlia minore, e per violenza sessuale nei confronti della donna. Le argomentazioni della donna in merito ai maltrattamenti trovano riscontro, secondo i giudici, nelle «comunicazioni WhatsApp» della donna con la suocera e nelle dichiarazioni del nuovo compagno della moglie.

I giudici ritengono «probabile» che Favaro abbia tenuto «comportamenti verbalmente e fisicamente violenti». Secondo i giudici le condotte però risalgono alla convivenza, interrotta nel 2021, e non ci sono indizi su pericoli di recidiva dopo tale data («non emergono significative circostanze evocative del pericolo attuale e concreto che  Favaro ponga in essere azioni verbalmente e/o fisicamente violente» nei confronti della donna). La procura aveva chiesto al gip di firmare una misura cautelare che vietasse a Omar di avvicinarsi alla ex e alla figlia, ma il gip aveva negato il provvedimento, ritenendo che il pericolo che i maltrattamenti venissero reiterati non fosse «attuale». Quindi il ricorso dei pm al tribunale del Riesame, che ha confermato la decisione del gip. «Siamo soddisfatti di questo provvedimento perché mette in dubbio molti aspetti della ricostruzione effettuata dall’impianto accusatorio», commenta a LaPresse Lorenzo Repetti, avvocato di  Favaro.