Nello stesso giorno in cui il Senato, con voto di fiducia, approvava il dl “flussi”, il plenum del Consiglio superiore della magistratura esprimeva invece il suo parere contrario al testo. Una circostanza temporale che non può non far riflettere, ancora una volta, sull’utilità di tali pareri da parte dell’organo di autogoverno delle toghe, richiesti dal ministro della Giustizia e comunque non vincolanti, che arrivano quando ormai il dibattito parlamentare si è concluso e l’Aula si è definitivamente espressa.

Il parere, di cui era relatore il togato indipendente Roberto Fontana, è stato approvato a maggioranza con quattro voti contrari, quello della laica Claudia Eccher (Lega) e dei laici in quota FdI Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Felice Giuffrè. Nel mirino del Csm, in particolare, la decisione del governo di trasferire alcune competenze in materia di trattenimento dei migranti richiedenti asilo dai giudici delle sezioni protezione internazionale dei tribunali alle corti di appello.

Secondo il Csm con tale modifica ci sarà un allungamento dei tempi di decisione in secondo grado e dunque il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr. Inoltre, c’è il rischio che a giudicare siano chiamati magistrati privi delle competenze necessarie. La modifica, infine, imporrà una riorganizzazione delle corti d’appello che si troveranno da ora in avanti investite di un numero di procedimenti in numero “non irrilevante” e “in una materia che richiede di essere trattata non solo con celerità e priorità rispetto agli altri procedimenti”.

Per far fronte a questo cambiamento, ciascuna corte d’appello dovrà pertanto ripensare l’intera distribuzione delle risorse umane per superare la potenziale incidenza negativa sui tempi di definizione dei procedimenti relativi agli altri affari civili. Va ricordato a tal proposito che le sezioni protezione internazionale presso i tribunali erano stato recentemente rinforzate dal ministero della Giustizia, con organici nettamente superiori a quelli di qualsiasi altra sezione civile o penale.

Solo a Roma, tanto per fare un esempio, sono circa venti i giudici in servizio. Con il provvedimento del governo, diventato legge dopo il voto al Senato, sottolinea in conclusione il plenum del Csm, si «incrina il consolidato assetto giurisdizionale in tema di convalida dei trattenimenti, sin qui imperniato sull’attribuzione della relativa competenza alle sezioni specializzate in materia di immigrazione».