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Uno striscione firmato dagli anarchici contro il 41 bis
L’ormai celebre caso Cospito potrebbe essere arrivato a un punto di svolta. Oggi la Cassazione dovrà infatti decidere cosa fare in merito alla richiesta della difesa di revocare il 41 bis all’anarchico in sciopero della fame da quattro mesi, condannato prima a dieci anni e otto mesi per aver gambizzato Roberto Adinolfi, manager dell’Ansaldo - nucleare e all’ergastolo poi per aver messo una bomba, esplosa senza provocare feriti, davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano.
In particolare, si discuterà il ricorso dell’avvocato Flavio Rossi Albertini contro il verdetto del Tribunale di Sorveglianza di Roma che nel dicembre del 2022 confermò la decisione del 41 bis presa dall’allora Guardasigilli Marta Cartabia.
La Suprema Corte, che ha anticipato per due volte la data dell’udienza viste le precarie condizioni di salute del detenuto, potrebbe rigettare il ricorso; accogliere il ricorso, cioè annullare senza rinvio, e quindi a Cospito verrebbe tolto il regime “speciale”; annullare con rinvio, cioè rimandare gli atti alla Sorveglianza per una nuova valutazione. Questa è l’ipotesi più probabile, anche perché a chiederla è stato il procuratore generale Pietro Gaeta. Ma anche quella che prevederebbe tempi più lunghi e per questo contestata dal difensore di Cospito. «La dilatazione dei tempi della decisione - ha detto infatti ieri l’avvocato Rossi Albertini - renderebbe incompatibile la stessa con le condizioni di salute del detenuto».
Sulla decisione pendono anche i quattro pareri richiesti dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per studiare la situazione del detenuto, e cioè quello del capo del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, della Direzione distrettuale antimafia e della Procura generale di Torino. «Dalla lettura sinottica dei quattro atti istruttori - continua Rossi Albertini - emerge che solo la Procura Generale ha espresso con forza la necessità del mantenimento del 41 bis al detenuto, mentre gli ulteriori tre pareri hanno concluso contemplando la possibilità di contenere il giudizio di pericolosità del Cospito anche con il circuito penitenziario AS2, ovvero quello a cui Alfredo è stato sottoposto per oltre 10 anni prima dell'applicazione del 41 bis nel maggio scorso, seppur con le eventuali ulteriori “opportune forme di controllo proprie dell'ordinamento penitenziario”, ovvero la censura».
Da quando Cospito ha cominciato lo sciopero della fame ha perso circa cinquanta chili, è stato trasferito dal carcere di Sassari a quello di Opera, alle porte di Milano, e si trova ora nel reparto dedicato alla sorveglianza speciale dell’ospedale San Paolo, in seguito all’aggravamento delle sue condizioni di salute di qualche settimana fa. Pochi giorni fa Cospito ha ripreso ad alimentarsi con yogurt e miele e ha assunto degli integratori, ma al tempo stesso ha fatto sapere che in caso di rigetto del ricorso o di annullamento con rinvio ricomincerà lo sciopero completo.
In questo caso è ipotizzabile la situazione in cui perda conoscenza e a quel punto si procederà con l’alimentazione forzata. Che però lo stesso Cospito ha spiegato di non volere attraverso delle disposizioni anticipate di trattamento pubblicate in esclusiva dal Dubbio.
Su questo punto si è riunito ieri il Comitato nazionale per la bioetica, che ha rinviato a oggi il proprio parere sul merito della questione. E mentre il comitato era riunito gli anarchici hanno compiuto un blitz in sostegno di Alfredo Cospito all’Altare della Patria. In cima è stato srotolato e appeso uno striscione con la scritta «L’Italia tortura, con Alfredo no al 41bis», e sono stati accesi dei fumogeni. Sul posto è intervenuta la polizia e la polizia locale, lo striscione è stato tolto e alcune persone sono state identificate. Non è escluso che altre manifestazioni di sostegno possa svolgersi davanti alla Cassazione oggi o domani, quando verosimilmente sarà comunicata la decisione della Suprema Corte.