Si preannuncia una strada in salita quella per la nomina dei sette nuovi sostituti in Dna. La scelta sarebbe dovuto arrivare nel plenum di oggi, dove all’attenzione dei consiglieri ci sono due proposte contrapposte. Ma ad anticipare la decisione sono state le prime lamentele degli esclusi, che hanno depositato delle osservazioni che hanno richiesto un surplus di approfondimento e, dunque, il rinvio alla seduta del 18 dicembre. Inizialmente la togata di Md Domenica Miele aveva chiesto un ritorno in Commissione, opzione appoggiata anche dall’indipendente Andrea Mirenda e dal togato di Unicost Marco Bisogni. Mirenda aveva anche suggerito la possibilità di un rinvio, proposta colta al balzo dal togato di Area Marcello Basilico e che, alla fine, è stata accolta dalla maggioranza dell’assemblea. Le proposte in campo sono due, con cinque nomi votati all’unanimità da tutti i membri della Terza Commissione - e pertanto presenti in entrambi i pareri - e due ulteriori nomi messi sul piatto da ogni gruppo di lavoro per coprire i posti aggiuntivi. A comparire in entrambi le proposte sono Ida Teresi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Paolo Sirleo, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, Antonio De Bernardo, anche lui pm a Catanzaro, Federico Perrone Capano, sostituto a Bari e Stefano Luciani, in forza alla procura di Roma. Per la proposta A, i due nomi “extra” sono quelli di Eugenio Albamonte, sostituto procuratore a Roma, e Antonella Fratello, in forza alla procura di Napoli. Una proposta supportata dal nuovo asse Area-Magistratura indipendente, che teoricamente ha la maggioranza dei voti in plenum, come emerso dal voto per il nuovo Testo unico. La proposta B, invece, è quella a sostegno di Maurizio Giordano, anche lui pm a Napoli, e Giovanni Musarò, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, nomi proposti dal togato di Unicost Antonino Laganà.
A fare osservazioni sono stati Federico Manotti, sostituto procuratore presso la Dda di Genova, e Liliana Todaro, in servizio alla procura di Messina. Manotti ha sottolineato errori di valutazione nel curriculum, che comprende anche l’esperienza nel campo del terrorismo da 10 anni, oltre ai 6 di Dda, materie nelle quali alcuni dei candidati proposti non hanno esperienza significativa. La toga ha contestato il giudizio della Commissione secondo cui le sue esperienze sarebbero «meno significative» rispetto a quelle di altri candidati. Todaro, invece, ha sottolineato la propria esperienza pluriennale sia nell’ambito antimafia sia nella lotta al terrorismo, maturata come componente di gruppi di lavoro specializzati e in collaborazione anche con la Dna, contestando la decisione della Commissione di assegnare un punteggio più alto a un altro candidato che non ha mai avuto funzioni antimafia.
La scelta dei nomi è arrivata dopo una lunga riflessione, a causa di difficoltà che non riguardano solo la difficoltà di selezione tra i curriculum presentati, considerati tutti di livello estremamente elevato, ma anche l’interpretazione della circolare che definisce i requisiti richiesti. In particolare, il punto centrale è stato capire se per ricoprire il ruolo di sostituto a Via Giulia fosse necessaria un’esperienza specifica nel campo della criminalità mafiosa, oppure se potessero essere valutati anche profili alternativi, quali ad esempio la concreta e attuale esperienza in ambito antiterroristico o di cyber crime, eventualmente arricchita da altre, non meglio definite, competenze pertinenti alla Direzione nazionale antimafia, di cui peraltro non vi era menzione nel bando di ottobre 2023. Le fibrillazioni riguardano dunque alcuni profili problematici, tanto che nell’aria, prima ancora del voto, c’è già l’ipotesi di ricorsi al Tar. Un pericolo che, secondo alcune voci critiche, conferma i rischi già evidenziati al momento dell’approvazione del nuovo Testo unico, quando al centro della discussione c’era la discrezionalità del Consiglio, rimasta assai ampia grazie alla proposta approvata solo pochi giorni fa dal plenum. Le scelte effettuate dalla Commissione - questa la critica sollevata da alcuni - presenterebbero alcuni profili di incoerenza col bando, risultando valorizzate - solo ex post - competenze per certi versi secondarie rispetto a quelle classiche, a favore di candidati privi di esperienza in Dda. Tutto rinviato al giorno 18, dunque, per un plenum che già promette scintille.