Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, ha affrontato temi cruciali in un'intervista al quotidiano Il Giornale. Le interferenze illecite e la loro gravità emergono come uno dei punti centrali: «Le dimensioni di queste interferenze sono state denunciate sia dal procuratore antimafia sia dalla Procura di Perugia. Non sappiamo ancora quale sia la loro estensione reale, ma essa dovrà essere accertata nel rispetto delle competenze, se ci saranno magistrati coinvolti interverrò».

Nordio sottolinea come sia urgente fare chiarezza, un aspetto che, secondo lui, è mancato nel caso Palamara. Il ministro afferma con decisione: «Purtroppo no. Condivido l’opinione del collega Gratteri: Palamara non agiva da solo e bisognava voltare pagina nel Csm». La necessità di indagini approfondite per restaurare la credibilità della magistratura rimane, per Nordio, un obiettivo prioritario.

Politiche migratorie e decreto flussi

Il decreto flussi è un altro tema centrale trattato dal ministro. Nordio chiarisce che la normativa vigente, derivante da una sovrapposizione di leggi, necessita di ordine. Le regole base sono quelle definite dalla Legge Turco-Napolitano del 1998, che il Ministro stesso ha applicato come magistrato: «Chi entra irregolarmente viene espulso e chi rimane nonostante l'espulsione, processato».

Nordio si esprime anche sulle Ong e il loro ruolo nei flussi migratori. Riguardo a queste organizzazioni, il Ministro precisa: «Non so quale sia il loro obiettivo reale, ma lo Stato di prima accoglienza è quello della bandiera della nave». Questa affermazione evidenzia la necessità di rispettare il diritto internazionale e ridurre i fenomeni di migrazione irregolare.

Sicurezza dei sanitari e tutela pubblica

Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto per medici e infermieri, non poteva mancare. Negli ultimi tempi, le aggressioni nei confronti del personale sanitario hanno subito un incremento preoccupante. Nordio spiega che con il nuovo decreto: «Chi usa violenza negli ambulatori e nei luoghi equiparati sa che finirà arrestato entro le 48 ore successive». Questa norma, secondo il Ministro, protegge non solo i sanitari, ma anche i cittadini, rafforzando il sistema di sicurezza.

Caso Toti

Nel corso dell'intervista, Nordio ha espresso preoccupazioni anche in merito al patteggiamento nei processi. Riguardo alla scelta dei magistrati di accettare patteggiamenti su reati minori, Nordio dichiara: «Molti imputati patteggiano per evitare le sofferenze del processo, ma resta da capire perché vengano accettati per reati meno gravi, dopo anni di intercettazioni complesse».