La scena è di tre giorni fa. Via Arenula: il guardasigilli Carlo Nordio riceve i vertici dell’Unione Camere penali. Emergono le ormai cristallizzate distanze sul carcere. Il ministro illustra i progetti del governo, legati tra l’altro a un relativamente lento processo di osmosi fra istituti di pena e comunità di reinserimento. L’associazione presieduta da Francesco Petrelli ripete quanto ricordato nella lunga estate di iniziative a sostegno dei detenuti, promosse innanzitutto per contrastare la scia di morte dei suicidi in cella: serve qualcosa in più, che produca effetti più immediati. Fin qui nulla di nuovo ( purtroppo). Ma è nella seconda parte dell’ampio confronto, durato un’ora e mezza, che sono venuti fuori gli elementi di maggiore interesse.

Li si potrebbe sintetizzare così: Nordio è fermamente intenzionato a intervenire, a breve, su custodia cautelare e intercettazioni, in particolare sui trojan. «Abbiamo in preparazione ulteriori riforme del codice di rito», ha assicurato il titolare della Giustizia. «L’intervento sulle misure cautelari personali avverrà anche in un’ottica di decongestione del sistema carcerario». È la conferma che i propositi vagheggiati nei mesi addietro non dovrebbero perdersi con l’avanzare della stagione fredda. Non solo per le novità sui presupposti della custodia in carcere ( e ai domiciliari) ma anche rispetto alla «limitazione delle intercettazioni».

Il guardasigilli conferma insomma che la calendarizzazione della legge Zanettin sulla soglia dei 45 giorni è stata decisa, mercoledì scorso, dalla Capigruppo di Palazzo Madama perché si vuole davvero arrivare al traguardo, e non semplicemente per arginare l’irritazione del presidente dei senatori forzisti Maurizio Gasparri. Il centrodestra – inclusa FdI che aveva manifestato perplessità – si è effettivamente deciso ad approvare la norma messa a punto da Pierantonio Zanettin, capogruppo Giustizia degli azzurri, secondo cui le Procure, trascorso il primo mese e mezzo, possono ottenere ulteriori proroghe delle intercettazioni solo a condizione che, dagli “ascolti” già effettuati, siano emersi “elementi specifici e concreti”. Sembra un intervento di “fine tuning”, di micro- manutenzione normativa. In realtà la correzione potrebbe contribuire ad arginare il metodo dello “strascico”, cioè un uso delle intercettazioni talmente prolungato da tradursi in una sorta di controllo permanente effettivo dei pm sulla vita pubblica, condotto in modo da intercettare prima o poi comportamenti che possano giustificare le pretese dell’accusa, e da squilibrare la giustizia penale, oltre a gravarla di costi notevoli.

E ancora, nel colloquio con l’Unione Camere penali, il ministro della Giustizia ha assicurato anche di voler tenere

fede all’impegno assunto, sulla questione del trojan, con i senatori di maggioranza: proporre in tempi brevi un disegno di legge governativo che disciplini il «captatore informatico» con l’obiettivo dichiarato di «tutelare il domicilio digitale e in particolare le comunicazioni». Si tratterà dunque di modifiche orientate a garantire con maggiore effettività, anche nella giustizia penale, il principi di inviolabilità delle comunicazioni private sancito all’articolo 15 della Costituzione.

Nordio insomma ha approfittato del clima cordiale e di “condivisione” – in termini di competenza tecnico- giuridica – che ha caratterizzato l’incontro con l’Ucpi per comunicare in maniera più esplicita i progetti sui quali via Arenula è al lavoro. È anche il segnale che l’orizzonte del ministro è, come già avvenuto in passato, tutt’altro che incompatibile con le idee di Forza Italia sulla giustizia. Il che, è evidente, non basta a garantire la determinazione e la compattezza del centrodestra. Sul trojan, per esempio, la prospettiva di Fratelli d’Italia è diversa. Non si può escludere che le proposte di Nordio si infrangano sul muro delle incomprensioni politiche più generali ancora non risolte nell’alleanza di governo. Sono i prodromi di quell’autunno caldo, e prolungato, che si profila con sempre maggiore chiarezza per la politica giudiziaria della maggioranza.

IL MESSAGGIO DI NORDIO AL CONGRESSO DELL’AIGA

Va anche detto che l’incontro fra Nordio e l’Unione Camere penali ribadisce la particolare sintonia del ministro con l’avvocatura. Se n’è avuta prova nelle tante questioni affrontate, e in buona pare risolte, attraverso l’interlocuzione con il Cnf. Se n’è avuta ulteriore dimostrazione ieri a Napoli, nella giornata inaugurale del congresso nazionale dell’Aiga, l’Associazione italiana giovani avvocati. Il guardasigilli ha salutato le assise con un messaggio in cui ha ringraziato la rappresentanza attualmente presieduta da Carlo Foglieni «per l’intenso lavoro portato avanti, con idee e proposte concrete che vanno nella direzione di una professione forense in linea con l’evoluzione della società e del mercato, e sempre più attrattiva per i giovani».

Lo stesso Foglieni, nell’intervento di apertura pronunciato a Castel Capuano, ha puntato su un’Aiga capace di «accompagnare i giovani avvocati e avvocate verso un modo di svolgere la professione più al passo con i tempi e incline alla domanda dei servizi legali: un avvocato internazionale, europeo, digitale, qualificato e specializzato che, tramite lo strumento della rete tra professionisti, sappia conquistare vecchi e nuovi spazi di mercato, a partire da quelli legati al mondo della consulenza e dell’assistenza stragiudiziale».