«L’espressione giustizia a orologeria non mi è mai piaciuta e non la condivido. Insisto invece nell’affermare che chi è legittimato da un voto popolare non ha solo il diritto, ma il dovere di restare in carica anche se sottoposto a un’indagine, che come tante altre può pure rivelarsi infondata. In caso contrario, devolveremmo alla magistratura il potere di condizionare la politica, cosa che purtroppo è accaduta con tangentopoli, e anche dopo. Naturalmente posso comprendere che lo stress cui è sottoposto un indagato possa condurlo a scelte diverse. Ma questa è una sconfitta della democrazia, fondata sulla separazione dei poteri». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in un’intervista al Messaggero rispondendo a una domanda sulle dimissioni del governatore della Liguria Giovanni Toti.

«Diciamo che sono perplesso quando una misura cautelare viene applicata dopo vari anni di indagine e soprattutto quando è "à petits paquets”, cioè con provvedimenti successivi a breve distanza l’uno dall'altro», spiega. Invierà ispettori alla procura di Genova? «Attualmente - risponde il Guardasigilli - non c’è nessuna iniziativa in tal senso».

Il rapporto sullo Stato di diritto della Commissione europea spiega che l'abrogazione dell'abuso d'ufficio potrebbe intralciare le indagini in materia di frode e corruzione. «A maggio del 2023 la Commissione aveva "proposto” un pacchetto di norme per rafforzare la lotta contro la corruzione. Nella versione originaria essa conteneva un obbligo di mantenere l’abuso di ufficio, sulla base di un’errata interpretazione delle convenzioni internazionali, che lasciavano agli Stati “facoltà” di introdurre questo reato. Tant’è che il nostro Parlamento - spiega - tre mesi dopo quella proposta l’ha respinta. E la presidenza del Consiglio Ue ha accolto la formula “May”, (lo Stato “può” prevedere il reato di abuso). Il 14 giugno scorso tutti gli Stati del Consiglio Giustizia e Affari interni hanno votato a favore della nostra formula. Hanno riconosciuto il merito dei nostri sforzi nella lotta, quella vera, alla corruzione». E aggiunge Nordio «la Commissione ci ha riconosciuto il titolo di Stato Membro primo nel parametro valutativo dell’efficacia nel raggiungimento dei risultati».

La consigliera del Csm Rosanna Natoli si deve dimettere? «Non posso e non intendo entrare nel merito di una questione così delicata. Peraltro pare che siano state presentate delle denunce dalla stessa Natoli. Naturalmente, nei limiti delle nostre competenze, seguiamo la vicenda con grande attenzione», dice Nordio.