«L’approvazione di questo ddl rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare. Di questo importante risultato desidero ringraziare tutti i parlamentari, i colleghi di Governo e l’intero staff del Ministero». Così il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha commentato con una nota l’approvazione della norma che porta il suo nome. Il provvedimento ha subito un lungo iter prima di arrivare a dama.

Approvato in Cdm il 16 giugno 2023, poi al Senato il 13 febbraio e ieri a Montecitorio con 199 sì e 102 no. Hanno votato con la maggioranza anche Azione ed Italia Viva. Sarebbe potuto essere approvato anche a fine maggio ma fonti parlamentari vicino al Governo hanno fatto intendere che sarebbe stato controproducente per la campagna elettorale, per questo il rinvio a dopo le elezioni europee. Ovviamente sono state molte le dichiarazioni sia prima dell’approvazione finale che a margine; tutte principalmente concentrate sull’abrogazione dell’abuso di ufficio, tralasciando così altri aspetti importanti contenuti nella norma illustrati in questa scheda

«Con l'approvazione del Dl Nordio, compiamo un passo in avanti verso una giustizia più efficiente, più logica, più giusta», ha sottolineato Carolina Varchi, capogruppo in Commissione giustizia di Fratelli d'Italia. «Con l'abolizione del reato di abuso d'ufficio – ha terminato - si manda in soffitta una norma del tutto inefficace, che non ha mai funzionato e che ha portato, non a caso, a rarissime condanne, di fronte invece a un intasamento di Procure e Tribunali».

«La giustizia compie un passo importante verso la tutela dei diritti e delle garanzie dei cittadini. Si tratta di una riforma che rappresenta l'avvio di una stagione che si completerà con la separazione delle carriere dei magistrati. I valori, le idee di Silvio Berlusconi sono quelle contenute negli articoli di questo disegno di legge che rappresenta il primo traguardo di una serie di battaglie condotte da Forza Italia negli anni. Con lo spirito di chi vuole una giustizia veramente giusta, andremo avanti con le prossime riforme», ha scritto invece in una nota il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia).

«Oggi è una giornata importante per la giustizia italiana. Con l'approvazione di questo disegno di legge si mette fine a un'era confusa, fatta di processi discutibili e ingerenze poco chiare, introducendo una sana civiltà giuridica. Stop anche al reato d'abuso d'ufficio: basta alla strumentalizzazione politica e alla paralisi amministrativa che scoraggiava tanti sindaci e limitava la qualità della gestione degli Enti locali. Ora avanti così per una giustizia equa, giusta e trasparente»: così i deputati della Lega in commissione giustizia Ingrid Bisa (capogruppo), Davide Bellomo, Simonetta Matone, Jacopo Morrone e Valeria Sudano.

Per il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, «la politica promette e poi mantiene. Il Ddl Nordio è un pilastro fondamentale per riformare la giustizia e costruirne una più equa e vicina ai cittadini. L'abolizione del reato d'abuso d'ufficio è un altro tassello importante per cambiare l'Italia e avere una Pa più efficiente, una burocrazia più veloce, eliminando quella 'paura della firma' che immobilizza le nostre amministrazioni locali. Questa è la strada giusta da intraprendere se vogliamo un futuro diverso per l'Italia e per i nostri cittadini». «Questo provvedimento va nella giusta direzione. Avremmo voluto migliorare ulteriormente il testo ma pensiamo sia bene che diventi legge senza perdere ulteriori mesi. Voteremo perciò convintamente a favore» aveva detto il responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa, durante il dibattito di ieri mattina.

Infine Roberto Giachetti di IV: « Voteremo a favore non certo perché riteniamo che questa sia una riforma epocale della giustizia, anzi vorrei dire che sono abbastanza colpito dall'ingenuità e - se è consentito - anche dalla dabbenaggine di gran parte dell'opposizione che per tutto il dibattito ha paragonato questo provvedimento addirittura alla cambiale da pagare rispetto all'autonomia, piuttosto che al premierato. Pur non condividendo, diciamo, quei due provvedimenti, rilevo che l'ampiezza e la portata modificativa di quei due provvedimenti francamente sono assolutamente imparagonabili rispetto alla pochezza di quello che noi stiamo affrontando. Per noi questo è il minimo sindacale rispetto alle prospettive faraoniche che c'erano state prospettate durante gli interventi del Ministro della Giustizia, addirittura in campagna elettorale».

«Questa legge non serve alla Giustizia, che non viene né accelerata né rafforzata, ma nuoce ai cittadini, che perdono strumenti di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico e occasioni di conoscenza dei sistemi illegali», ha detto il deputato del M5S Federico Cafiero De Raho nella dichiarazione di voto finale sul Ddl Nordio, aggiungendo: «I sindaci che rispettano le regole e operano in territori di mafia avevano nel reato di abuso di ufficio una tutela». Inoltre, ha concluso « questa legge da un lato protegge i colletti bianchi ed i mediatori della corruzione, dall'altro silenzia la stampa».

«Cancellate dal codice penale l'abuso di potere del pubblico funzionario che, violando deliberatamente la legge, discrimina un cittadino o ne avvantaggia ingiustamente un altro in quanto amico o parente. Stiamo parando di atti spregevoli, che allontanano le persone dalla PA. Il governo, abolendo l'abuso d'ufficio, premia l'impunità per comportamenti gravi», ha criticato invece duramente il deputato del Pd Federico Gianassi, Capogruppo in Commissione Giustizia, annunciando il voto contrario al ddl. «Il governo – ha detto Gianassi - ha portato avanti questo provvedimento ispirato dall'ideologia perché qui non ci troviamo davanti ad una riforma ma ad un atto bandiera. Non ci sono risorse, investimenti sulla Giustizia e tutto è stato condito da grande arroganza perché il governo non ha voluto neanche aprire una riflessione con le opposizioni sulle tante criticità che avevamo evidenziato». Devis Dori (Avs): « questo disegno di legge limita la pubblicabilità delle intercettazioni. Si tratta di un ulteriore “bavaglietto”, nei confronti del diritto di cronaca giudiziaria. Viene rotto questo bilanciamento di valori in gioco rispetto all'informazione, alla necessità di un'informazione pubblica, certamente, alla riservatezza delle persone, ma anche alle esigenze processuali».