PHOTO
ANDREA MIRENDA, CONSIGLIERE CSM
Il Consiglio superiore della magistratura nomina i nuovi rappresentanti italiani presso Eurojust ed è subito bagarre. «A chi appartengono i magistrati proposti?», ha chiesto, terminata l’illustrazione dei candidati prescelti dalla Commissione durante il Plenum di questa settimana, il togato indipendente Andrea Mirenda. «Il copione mi pare essere sempre lo stesso: dopo le nomine alla Scuola superiore della magistratura e quelle alla Direzione nazionale antimafia, le correnti sono tornate a fare sentire con forza la propria voce anche per la scelta dei magistrati che andranno a far parte di Eurojust», ha aggiunto Mirenda.
Per gli incarichi, quanto mai ambiti e prestigiosi, di membro nazionale presso Eurojust e di aggiunto di quest’ultimo, avevano fatto domanda complessivamente una trentina di magistrati. Tutti, ovviamente, titolati e con esperienze specifiche in ambito internazionale. A spuntarla sono stati, come membro nazionale, Filippo Spiezia e, come aggiunto, Francesco Testa, il quale ha avuto la meglio su Gianluca Forlani e Barbara Sargenti.
L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), come è noto, si occupa del coordinamento e della collaborazione in ambito giudiziario tra le amministrazioni nazionali offrendo ai magistrati un sostegno pratico nella lotta alle forme gravi di criminalità transfrontaliera e al terrorismo.
Dopo aver lavorato ad Eurojust la strada è poi “spianata” per concorrere ad una Procura di punta, come successe a Francesco Lo Voi che nel 2016 divenne procuratore di Palermo battendo candidati sulla carta più titolati. «L’approccio è sempre “vaporoso” e si gioca sul tradizionale mezzo punto di differenza fra i candidati», ha quindi sottolineato Mirenda che aveva chiesto, senza successo, il ritorno della pratica in Commissione per un approfondimento istruttorio ed una differente valutazione dei titoli. «Come può ritenersi plausibile, tanto per fare un esempio, non aver neppure “considerato” la posizione del magistrato Aldo Ingangi?», ha commentato a tal riguardo il togato indipendente.
Ingangi, con una ultraventennale carriera requirente, è infatti dal 2020 assistente del membro nazionale Eurojust e, da oltre un anno e mezzo, membro nazionale presso Eurojust ad interim. «Il dottor Ingangi, nonostante ricopra proprio l’incarico che è stato messo a concorso, è stato escluso perché ritenuto non idoneo», ha aggiunto Mirenda, stigmatizzando il giudizio dato dalla Commissione al magistrato che non appare «assolutamente inferiore a quello dei magistrati proposti.
Gli esiti di queste delibere traballanti sono scritte sulla sabbia, destinate come sono ad essere demolite dal giudice amministrativo, il “giudice a Berlino” a cui i magistrati sono costretti a rivolgersi nella speranza di ripristinare lo Stato di diritto», ha allora concluso Mirenda, tornando ad auspicare ancora una volta il sorteggio dei membri del Csm, come peraltro previsto nel progetto di riforma del governo ma osteggiato dall’Associazione nazionale magistrati, «per sradicare queste pratiche lottizzatorie che, con la loro logica mercatale, umiliano e mortificano il senso più profondo del governo autonomo della magistratura».
Se per Francesco Testa si tratta della prima volta ad Eurojust, per Filippo Spiezia è invece un ritorno dopo la parentesi, caratterizzata da alcuni momenti di tensione con la stampa, da procuratore di Firenze.
La nomina di Spiezia, si ricorderà, avvenne con il voto determinante del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che, questa volta, è stato determinante per la nomina di Testa. «Andar via dopo un anno e mezzo non è una bella pagina per la magistratura e per la Procura che ha bisogno di stabilità», ha scritto ieri in un editoriale Erika Pontini, capo della cronaca fiorentina del quotidiano la Nazione.
Spiezia «prima di andar via ha deciso di denunciare un giornale che ha fatto semplicemente il proprio lavoro», ha aggiunto Pontini, ricordando quindi il procedimento aperto a seguito della denuncia dell’ormai ex procuratore sulle circostanze della sua nomina. Spiezia, in questi mesi a Firenze, aveva poi chiesto l’apertura di una pratica a tutela al Csm contro il quotidiano Il Foglio, reo di aver messo in cattiva luce l’operato dell’ufficio inquirente del capoluogo toscano, e aveva anche disposto la perquisizione ed il sequestro, annullato dalla Cassazione, del cellulare e del pc di un giornalista della cronaca di Firenze del Corriere della Sera che aveva scritto un articolo sul suicidio di un allievo della Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze.
Per il posto lasciato libero da Spiezia sono ora in pole Alberto Liguori, attuale procuratore di Civitavecchia, e Rosa Volpe, pg di Salerno. La decisione del Csm è prevista prima dell’estate.