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GIANFRANCO ROTONDI
Gianfranco Rotondi, che di presidenti del Consiglio ne ha visti tanti, commenta i primi giorni di Giorgia Meloni. «Mi sembra che per essere alla prima esperienza il disbrigo delle pratiche di decollo è stato efficace - dice - Chiaramente adesso comincia la sfida più difficile». «Nella Dc c’era gente più a destra di Meloni. Berlusconi indichi la via»
Gianfranco Rotondi, che di presidenti del Consiglio ne ha visti tanti, commenta i primi giorni di governo di Giorgia Meloni. «Mi sembra che per essere alla prima esperienza il disbrigo delle pratiche di decollo è stato efficace- dice Chiaramente adesso comincia la sfida più difficile che è quella del governo: bisogna mettere in conto che ci vuole innanzitutto una straordinaria compattezza del centrodestra, che è una coalizione compatta da 28 anni e non si è mai divisa». Per poi sviare possibili paragoni tra il nuovo esecutivo e quelli della prima Repubblica a guida Dc. Certamente nella Dc esistevano sensibilità assai più a destra della Meloni - spiega - Oggi la narrazione democristiana è fatta dagli uomini della sinistra interna confluita nel Pd, i quali fanno credere che De Gasperi e Moro fossero una prefigurazione del Pd, ma De Gasperi era un anticomunista viscerale e Moro un grande conservatore».
Onorevole Rotondi, l’esordio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni assomiglia un po’ a quelli del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi?
Sono ere geologiche diverse, quindi il paragone è impraticabile. Tuttavia è indubbi che nel nostro tempo Giorgia Meloni ha dimostrato un talento eccezionale, perché ha dato all’Italia il centrodestra moderno che gli elettori hanno mandato al governo. È un grande merito e la sua partenza è stata all’altezza di queste aspettative.
Eppure tra ministri e sottosegretari è un continuo tira e molla con gli alleati: pensa che riuscirà a tenere a bada uno come Berlusconi?
Non penso che Berlusconi si occuperà più di tanto di quello che lui stesso chiamava il teatrino della politica. Escludo che il presidente si appassioni di temi che non l’hanno mai interessato, nemmeno quando era lui a guidare i governi. Certamente Forza Italia è un partito strutturato che esprime le sue parole d’ordine, le sue insofferenze, le sue esigenze e quindi potrebbero esserci argomenti su cui ci sono punti di vista diversi.
Nel teatrino della politica però le richieste di Forza Italia sono chiare, a partire dai ruoli di sottogoverno… Berlusconi ha presieduto quattro governi ed è l’italiano che ha presieduto nella storia più consessi internazionali. È difficile che entri nella bega dei sottosegretari o in qualche argomento minore di politica politicante. Da lui il centrodestra si aspetta ciò che ha regalato al Senato, cioè discorsi e toni da statista.
Come se la sta cavando la presidente del Consiglio in queste prima settimane da inquilina di palazzo Chigi?
Mi sembra che per essere alla prima esperienza il disbrigo delle pratiche di decollo è stato efficace. Chiaramente adesso comincia la sfida più difficile che è quella del governo. Bisogna mettere in conto che ci vuole innanzitutto una straordinaria compattezza del centrodestra. Non so perché si dia per scontato che debba esserci una fibrillazione. Il centrodestra è un coalizione compatta da 28 anni e non si è mai divisa. Certo ci sono state delle individualità ma le quattro culture, cioè la destra, la Lega, Forza Italia e i democristiani sono rimaste quelle.
Anche se nei decenni sono cambiate le forze in campo, tanto che ormai la destra ha il triplo di consensi di Forza Italia e Lega. E i democristiani?
La componente ridimensionata, per responsabilità nostre, siamo noi democri- stiani.
Ma non mi offendo quando dicono che è un governo di destra centro. La destra non è una brutta parola. Ovunque nel mondo esistono destre quasi sempre democratiche e liberali. Noi siamo abituati ad associare la destra a una politica autoritaria ma De Felice ci ha spiegato bene da dove arrivano certi fenomeni: “quando un socialista impazzisce, diceva, nel mondo nasce un fascismo”. Il fascismo è nato da sinistra e la destra ne ha pagato il conto.
Fatto sta che gli eredi di quella tradizione guidano ora una coalizione che fino a pochi anni fa aveva il suo perno in quella Forza Italia “moderata e liberale”, almeno a detta di Berlusconi.
Diciamo che non mi impressiona il fatto che in questo momento vi sia una guida a destra. Il centro non guida più la coalizione perché Berlusconi non ha scelto per tempo un suo successore, e se lasci spazio libero in politica, poi c’è sempre qualcuno che lo occupa. Quanto a noi democristiani, siamo bravi a fare di ogni discussione una scissione ed è per questo che non tocchiamo palla da molti anni.
A quale governo della prima Repubblica a guida DC assomiglia l’esecutivo di Giorgia Meloni?
Non saprei fare un paragone storico. Certamente nella DC esistevano sensibilità assai più a destra della Meloni. Oggi la narrazione democristiana è fatta dagli uomini della sinistra interna confluita nel Pd. I quali fanno credere che De Gasperi e Moro fossero una prefigurazione del Pd. Nient’affatto. De Gasperi era un anticomunista viscerale e Moro un grande conservatore.
Forse potrebbe essere più vicina alla visione politica di Giulio Andreotti o ci spingiamo troppo oltre?
In comune, Meloni e Andreotti, hanno solo la provenienza geografica. Sono entrambi delle eccezioni, perché Roma non ha mai espresso grande classe politica, e lo dico da Avellino dove invece ne abbiamo sfornata tanta. È difficile che Roma esprima il premier, eppure è stato così con Andreotti ed è così con Meloni. Ma per il resto… Da grande berlusconiano lei lo ha mollato per salire sul carro di Fratelli d’Italia. E ha avuto ragione. Cosa l’ha portata a questa scelta?
Sono e rimango un grande amico di Berlusconi. Come ho avuto modo di dire mi sono schierato a fianco della Meloni perché serviva un gesto di coraggio e solo noi democristiani ce l’abbiamo questo coraggio. Anche dando un dispiacere a Berlusconi, ma dovevamo dare una scossa al centrodestra. Senza Giorgia avremmo avuto solo macerie.
Quali consigli di sente di dare alla presidente del Consiglio nell’attraversar era tempesta, come lei stessa ha definito il momento dell’Italia?
Guardi, sinceramente ho in programma io di chiedere dei consigli a Giorgia, perché c’è un’area democristiana da ristrutturare e siccome lei è esperta di aziende decotte riprese e portate ai fasti elettorali è lei che può dare consigli a me. Il contrario lo sconsiglio.
Paralleli
«IN COMUNE, MELONI E ANDREOTTI HANNO SOLO LA PROVENIENZAGEOGRAFICA: BISOGNA DIRE CHE SONO ENTRAMBI DELLE ECCEZIONI, PERCHÉ ROMA NON HA MAI ESPRESSO GRANDE CLASSE POLITICA, MA PER IL RESTO... »
Sul centrodestra diventato destracentro
«NON MI OFFENDO QUANDO DICONO CHE È UN GOVERNO DI DESTRA CENTRO. LA DESTRA NON È UNA BRUTTA PAROLA.
OVUNQUE NEL MONDO ESISTONO DESTRE QUASI SEMPRE DEMOCRATICHE E LIBERALI.
NOI SIAMO ABITUATI AD ASSOCIARE LA DESTRA A UNA POLITICA AUTORITARIA MA IL FASCISMO È NATO DA SINISTRA E LA DESTRA NE HA PAGATO IL CONTO»