Non solo Rosanna Natoli: il Consiglio superiore della magistratura ha sospeso anche l’assistente della consigliera laica in quota FdI, la cui posizione è stata “congelata” dopo l’avviso di garanzia della procura di Roma per abuso d’ufficio ( reato nel frattempo abrogato) e rivelazione di segreto. La scelta di sospendere anche la sua assistente è basata, spiegano fonti del Csm, sul carattere fiduciario del rapporto, in base al quale l’assistente è legato indissolubilmente al consigliere che lo ha chiamato. Ma ciò, fanno notare alcuni, è avvenuto in assenza di regole precise, senza un procedimento disciplinare o il ricorso al giudice del lavoro, questione che potrebbe comportare nuove puntate del Natoli- gate al Csm.

Nel frattempo, Palazzo Bachelet non ha ancora votato il sostituto della laica sospesa in commissione disciplinare, a causa della mancanza di un accordo tra i consiglieri laici su chi dovrebbe ricoprire il ruolo. Il voto sarebbe dovuto arrivare nel corso dell’ultimo Plenum, ma su richiesta del laico Roberto Romboli, relatore della pratica, l’argomento è stato nuovamente rinviato ad un’altra seduta. L’incarico è considerato gravoso e complesso, soprattutto per le incompatibilità che comporta con commissioni chiave come la prima, la quarta e la quinta. E nessuno sembra volersi assumere l’impegno, dato che il ruolo richiede un notevole carico di lavoro, con numerose sedute, spesso anche di venerdì, e l’obbligo di redigere le sentenze.

La mancanza di volontari a prendere il posto di Natoli sta rallentando ulteriormente la risoluzione della situazione, evidenziando le difficoltà e le tensioni interne al Csm. Sulla questione Natoli, intanto, è intervenuto anche il gruppo di “Articolo 101”, che ha definito la vicenda come un esempio di degrado etico e istituzionale del Csm. In una mozione presentata nel corso dell’ultimo comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, le toghe “dissidenti” hanno denunciato che, nonostante l’uso di un «capro espiatorio» come Natoli, non si è mai affrontato il vero problema: il dominio del Csm da parte di «gruppi particiti, togati e non», che lo gestiscono con logiche di potere, minando la legalità e imparzialità. Articolo 101 ha chiesto chiarezza sulle registrazioni depositate da Maria Fascetto Sivillo, la giudice sotto disciplinare che ha registrato l’incontro con Natoli, che, affermano, gettano ombre sul funzionamento della sezione disciplinare. Inoltre, la sospensione di Natoli sarebbe, a loro dire, priva di garanzie giuridiche, criticando la possibilità che un’iscrizione nel registro degli indagati, con dubbi sulla competenza territoriale, possa interferire con il funzionamento del Csm, creando un pericoloso precedente.