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Il procuratore di Milano Marcello Viola e il magistrato antimafia Alessandra Cerreti
Nel silenzio dell’Associazione nazionale magistrati e del Csm, la solidarietà al procuratore di Milano Marcello Viola e alla pm della Dda lombarda Alessandra Cerretti è stata espressa dai vertici della Corte d’appello e della Procura generale.
«Riteniamo opportuno esprimere la nostra solidarietà e la vicinanza di tutta la magistratura del distretto milanese a questi due colleghi, che non saranno certamente intimiditi da queste minacce di morte», hanno dichiarato ieri in una improvvisata conferenza stampa il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei e la procuratrice generale Francesca Nanni.
Viola e Cerretti nelle scorse settimane avevano ricevuto pesanti minacce di morte collegate all’inchiesta “Hydra” sull’alleanza delle tre mafie. Minacce che hanno portato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a rafforzare le misure a tutela dei due magistrati, già da tempo comunque sotto scorta da parte dei carabinieri.
Riguardo l’origine delle minacce l'indagine è stata, per competenza, affidata alla Procura di Brescia. «Ci stiamo occupando come Procura generale - ha spiegato Nanni - delle misure di tutela, ma la cosa più pericolosa per un magistrato, anche come esperienza personale, è rimanere solo in queste situazioni». Il magistrato è «solo», ha aggiunto, «anche a causa di condotte generalizzate di delegittimazione e di sfiducia rispetto al proprio lavoro, che lo pongono in una condizione di isolamento e mi riferisco in genere a comportamenti di delegittimazione - ha chiarito - e questi comportamenti possono avere un riflesso sui magistrati che facendo il loro dovere possono incorrere in minacce».
La Procura del capoluogo lombardo è in questi ultimi mesi al centro di aspre polemiche per le indagini che sta conducendo nel settore dell’edilizia e che coinvolgono l'assessorato all’urbanistica del comune di Milano e l’archistar Stefano Boeri di cui è stato chiesto l’arresto.
«Il messaggio che vogliamo lanciare», ha spiegato Ondei, «è che la magistratura non si lascia intimidire da queste minacce e che i magistrati andranno avanti nel loro lavoro con la serietà e l'efficienza richiesta».
L'inchiesta Hydra era stata inizialmente stroncata dal gip Tommaso Perna che, nell’ottobre del 2023, aveva rigettato ben 142 istanze di misura cautelare su 153, ritenendo insussistente il “consorzio” delle tre mafie, ribattezzato dai pm «sistema mafioso lombardo» e composta da appartenenti a diversi clan delle mafie storiche come quella siciliana, la camorra e la ‘ ndrangheta.
La Procura aveva allora fatto ricorso al Riesame il quale aveva ribaltato la decisione del gip Perna. «Con il placet delle associazioni di riferimento, danno luogo ad una collaborazione sistemica limitata, nei termini accertati, ad un certo contesto territoriale (quello lombardo), che ha prima di tutto in sé oltre che nelle azioni concrete una connotazione mafiosa, senza che ciò implichi né fusione tra associazioni mafiose né abiura della appartenenza mafiosa genetica», aveva scritto il Riesame, dando così una valutazione diametralmente opposta a quella di Perna.
L’impianto accusatorio aveva poi trovato conferma anche in Cassazione. Le minacce rivolte a Viola e Cerretti risalirebbero proprio al periodo in cui quest’ultima era impegnata nel discutere il ricorso davanti al Riesame.
Lo scorso 22 gennaio, durante l’arresto a Milano del boss Giovanni Abilone, era stato ritrovato un arsenale nascosto in una camera segreta dell’abitazione. Armi che si sospetta avrebbero potuto essere utilizzate proprio contro Viola e Cerretti.
L’altro giorno, invece, ha fatto perdere le tracce il boss Paolo Aurelio Errante Parrino (anche per lui la Cassazione aveva confermato l’arresto), considerato il referente dei castelvetranesi in provincia di Milano e parente acquisito dell’ex primula rossa di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Parrino aveva sempre vissuto ad Abbiategrasso, dove ha per anni gestito un bar, mantenendo, non senza imbarazzi, cordiali rapporti anche con la politica locale. I carabinieri del Nucleo investigativo lo hanno comunque trovato e portato in carcere lo scorso fine settimana.