La Corte Suprema del Messico ha annunciato le dimissioni di otto degli undici giudici in carica, un gesto che sottolinea il dissenso verso le recenti riforme giudiziarie del paese. La riforma, fortemente voluta dal governo, impone un cambiamento storico nel sistema giudiziario, stabilendo che, dal 2025, la selezione di giudici e magistrati avverrà tramite voto popolare. La decisione dei giudici di non partecipare alle elezioni popolari, programmate per il primo giugno 2025, ha portato alla loro decisione di lasciare il proprio incarico, che diverrà effettiva il 31 agosto dello stesso anno.

La Corte Suprema, in un comunicato ufficiale, ha riportato che gli otto giudici «si sono rifiutati di prendere parte alle contestate elezioni che renderanno il Messico l’unico paese al mondo a selezionare tutti i suoi giudici tramite voto popolare». Le dimissioni sono destinate a creare un vuoto significativo nel massimo organo di giustizia del Messico, suscitando preoccupazioni per la tenuta del sistema giudiziario messicano nei prossimi anni.

Posizione della Presidente Claudia Sheinbaum

La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, aveva precedentemente difeso la riforma della giustizia, affermando che il nuovo sistema elettorale per la selezione dei giudici rafforzerà il contesto degli investimenti in Messico consolidando lo stato di diritto. Durante un intervento alla conferenza Ceo Dialogue, Sheinbaum aveva dichiarato: «Nessuna delle riforme è un problema per gli investimenti in Messico, anzi, consolidano il sistema legale e il sistema elettrico nazionale». La presidente ha inoltre evidenziato il ruolo delle nuove riforme nella promozione di investimenti pubblici e privati nel paese, con piani specifici per infrastrutture come treni, porti, strade e autostrade.

Sheinbaum aveva anche annunciato l'istituzione di un’agenzia di trasformazione digitale per semplificare i processi burocratici, favorendo così investimenti privati. Per quanto riguarda la riforma della giustizia, che introduce il voto popolare per la nomina dei giudici, la presidente ha assicurato che il cambiamento non influirà negativamente sul mercato, nonostante alcuni osservatori abbiano espresso preoccupazioni su potenziali effetti negativi sul livello di fiducia degli investitori.

Implicazioni della Riforma Energetica

Oltre alla riforma della giustizia, il governo messicano ha varato una riforma energetica che rafforza il controllo statale sulle principali aziende del settore energetico, Pemex e Commissione Federale dell’Energia (CFE). Modificando gli articoli 25, 27 e 28 della Costituzione, il Messico si assume il compito di gestire la transizione energetica, puntando alla sostenibilità delle risorse energetiche per ridurre le emissioni di gas serra.

Sheinbaum ha illustrato l’obiettivo della riforma: «Vogliamo che CFE produca il 54 per cento dell’energia elettrica, mentre il restante 46 per cento può provenire dagli investimenti privati, specialmente nelle energie rinnovabili». Questo piano ambizioso mira a posizionare il Messico come uno dei leader nel settore dell'energia sostenibile a livello regionale, con una maggiore stabilità e un controllo strategico da parte dello Stato.