Qualcosa si muove per salvare i quattro Tribunali abruzzesi a rischio chiusura (Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto). La proroga dell’apertura fino al 1 gennaio 2025 è un segnale significativo, così come l’emendamento di qualche giorno fa, che, tra le varie cose, prevede l’integrazione delle piante organiche degli uffici giudiziari per i quali è prevista la soppressione. «La Regione Abruzzo – dice al Dubbio il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio – condivide le preoccupazioni degli avvocati ed è al loro fianco. Salvare i Tribunali abruzzesi significa non pregiudicare la giustizia di prossimità».

Presidente Marsilio, il suo impegno per salvare i quattro Tribunali abruzzesi prosegue senza sosta. È fiducioso?

Sì, lo sono. Il governo Meloni, al riguardo, sin dall’insediamento ha dimostrato grande sensibilità e altrettanto pragmatismo: ha prorogato alla data del 1 gennaio 2025 il rinvio della soppressione dei Tribunali abruzzesi e il ministero ha disposto la formazione di gruppi di lavoro affinché l’efficienza del sistema giudiziario non pregiudichi la doverosa risposta di giustizia di prossimità che lo Stato deve garantire ai cittadini. Pochi giorni fa, inoltre, le commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, riunite congiuntamente, hanno approvato un emendamento proposto da Fratelli d’Italia e inserito in sede di conversione del decreto legge pubbliche amministrazioni. L’emendamento prevede che, al fine di conseguire gli obiettivi del Pnrr volti a migliorare l’efficienza del sistema giudizia-rio, mediante la semplificazione e la riduzione del numero dei giudizi pendenti dinnanzi ai Tribunali ordinari, le attuali dotazioni organiche del personale amministrativo dei Tribunali soppressi delle circoscrizioni dell’Aquila e di Chieti possano essere integrate, nel limite complessivo della dotazione organica del ministero della Giustizia e ad invarianza finanziaria, con personale amministrativo già assegnato alle medesime circoscrizioni. Testo che è stato approvato dalla Camera mercoledì 7 giugno.

I presidenti degli Ordini degli avvocati di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto temono che con la chiusura dei Tribunali sarà inferto un duro colpo ai territori interessati anche in termini di contrasto alla criminalità. Le istituzioni sono vicine all’avvocatura?

Condividiamo le preoccupazioni espresse dall’avvocatura, che colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta per la tenace azione svolta in questi anni a difesa dei nostri Tribunali, la cui soppressione priverebbe interi territori di quelli che sono indispensabili presidi di legalità. Territori che tra l’altro presentano caratteristiche specifiche che rendono l’esigenza di giustizia di prossimità un bisogno primario delle popolazioni. L’Abruzzo è una regione centrale e, in quanto tale, crocevia di forti interessi economici. Penso alla ricostruzione della città dell’Aquila, ma non solo. Motivo di più per potenziare maggiormente i Tribunali esistenti, che, tra l’altro, hanno tutti i numeri in regola per continuare a operare e che negli ultimi anni, malgrado criticità, quali, appunto, la drammatica carenza di personale, tra mille sacrifici sono riusciti ad assicurare un adeguato livello di giustizia.

I parlamentari abruzzesi di FdI stanno dimostrando interesse per evitare la soppressione dei quattro Tribunali sub- provinciali. La Regione Abruzzo chiederà maggiori sforzi al governo di centrodestra?

I nostri parlamentari si stanno adoperando con incisività, puntualità e rigore, collaborando con il governo e attuando tutte le azioni necessarie e di loro competenza, affinché gli impegni assunti in campagna elettorale vengano rispettati nell’interesse dei territori. Va riconosciuto loro grande merito sui risultati sinora raggiunti. Dispiace notare, piuttosto, che ad alimentare polemiche strumentali siano proprio i rappresentanti di quel centrosinistra che negli ultimi anni ha accuratamente evitato di affrontare seriamente e, soprattutto, definitivamente questa delicata questione, limitandosi a rinviare anno dopo anno una chiusura presentata ormai come inevitabile Si è trattato di un vero e proprio stillicidio, che non ha giovato a nessuno e, al contrario, ha messo a dura prova la tenuta socio- economica delle zone interessate. La situazione di precarietà e di vero e proprio abbandono in cui questi presidii sono stati lasciati, peraltro, mina la credibilità dell’istituzione giustizia, demotiva le numerose figure professionali che vi lavorano con dedizione e scoraggia le giovani leve dell’avvocatura a investire sul territorio.

La battaglia contro la chiusura dei Tribunali è considerata indispensabile dagli Ordini degli avvocati interessati anche per far riflettere su una riforma della geografia giudiziaria realizzata a tavolino, senza conoscere i territori. Si possono sacrificare i diritti dei cittadini in nome di una presunta efficienza della giustizia?

No, non si possono sacrificare i diritti dei cittadini, tanto più perché non mi sembra che l’efficienza della giustizia ne abbia beneficiato. Credo che bisogni dare atto al governo di essersi posto, per la prima volta dall’approvazione della riforma, avvenuta più di un decennio fa, il problema di una verifica attenta dei risultati ottenuti. Risultati che non sono edificanti, di contro a un risparmio che non giustifica una scelta così drastica e penalizzante per i territori.

La Regione Abruzzo ha presentato una proposta volta ad evitare la soppressione dei Tribunali?

Sì, in base alla nostra proposta gli enti locali si farebbero carico delle spese di funzionamento dei Tribunali. Le spese per il personale ovviamente sono escluse da questa ipotesi, in quanto dovrebbero essere sostenute anche in caso di soppressione, perché il personale, fortunatamente, non può essere soppresso. Percorrendo questa strada, cammino di riforma seguito anche da altre Regioni che hanno sposato il “modello Abruzzo”, si potrebbero mantenere aperti e perfettamente funzionanti i Tribunali senza alcun aggravio per le finanze centrali. La proposta, avanzata già nella scorsa legislatura, è attualmente in corso d’esame presso la Commissione Giustizia del Senato. Qualunque sia la soluzione finale, l’importante è fare in fretta perché la giustizia non può vivere alla giornata.