Un lungo elenco di magistrati e avvocati, tutti a difesa dell’ex procuratrice reggente di Rovereto, Viviana Del Tedesco, che rischia un trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Ad inguaiarla alcune frasi carpite da un giornalista della Verità, che l’aveva contattata all’indomani di un caso di cronaca che destò scalpore, ovvero l’omicidio di una donna, Iris Setti, in un parco per mano di un 37enne di origini nigeriane. La magistrata dichiarò di non sapere di essere registrata e le sue parole vennero pubblicate, poi, sottoforma di intervista. «Era anche collaborativo, una persona assolutamente corretta. Fisicamente è spettacolare, doveva andare a fare le Olimpiadi», aveva detto parlando del presunto omicida.

Le sue parole finirono in prima pagina, destando grande scalpore. E la magistrata finì davanti al Csm, dove per due volte la prima commissione ha chiesto di archiviare, per insussistenza dei presupposti, la richiesta di apertura di una pratica di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. A chiederlo due consigliere laiche Elisabetta Bertolini, in quota Lega, e Claudia Eccher, di FdI. Che avevano messo nel mirino anche un altro caso, ovvero l’omicidio di Mara Fait, uccisa dal vicino a colpi d’accetta. Alla donna era stato infatti negato il “codice rosso”, nonostante avesse segnalato l’uomo in più occasioni.

Il plenum ha chiesto due volte di effettuare ulteriori approfondimenti sulla vicenda, che si è ora arricchita di due capitoli: due missive, una firmata dai magistrati della procura di Rovereto e una da 35 avvocati del locale foro. Nella lettera, datata 10 luglio 2024, gli avvocati hanno precisato che la magistrata ha «conferito all’Ufficio sicura efficienza, tempestività e produttività, palesando qualità, per vero emerse da subito, di trasparenza, integrità morale ed equilibrio nella ricerca della verità perseguita nel rispetto dei ruoli e nel rispetto della garanzia del contraddittorio, quindi con condotta improntata ad imparzialità e indipendenza, tale da assicurare la piena compatibilità ambientale all’apprezzata prestazione del suo ministero. Pochi giorni prima, il 4 luglio, erano stati tutti e otto i giudici del Tribunale di Rovereto a rappresentare «come la collega Del Tedesco goda presso di noi della incondizionata stima personale e professionale. Da quando è giunta presso la locale procura - si legge nella lettera -, la collega ha dimostrato forte e davvero non comune dedizione al lavoro, evidenziando profondo senso del dovere, associato a capacità, autonomia e indipendenza. La collega ha sempre lavorato, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, in una prospettiva di piena collaborazione e proficuo spirito dialettico con tutti noi, con il personale amministrativo e di polizia, nonché con il Foro, anche nel periodo in cui ha esercitato le funzioni di procuratore f.f.. In particolare, nel periodo di reggenza è stata in grado di coniugare l'impegno ed il lavoro come sostituto, che non ha minimamente ridotto, con le incombenze proprie del dirigente, mantenendo elevata l’efficienza dell’attività giudiziaria e assicurando una funzionale organizzazione dell’ufficio. Vogliamo infine segnalare che, per quanto abbiamo constatato nell’ambito dell’attività giudiziaria quotidiana, anche dopo quanto accaduto nell’agosto del 2023, l'immagine della dottoressa Del Tedesco non ha subito alcun offuscamento che ne abbia messo in dubbio l’imparzialità o l’indipendenza, sia presso di noi, che presso il Foro, né si è registrato alcun turbamento. Parimenti non abbiamo colto segnali in tale senso nel contesto territoriale. La collega ha continuato a svolgere il suo lavoro con serietà e dedizione, venendo, come in precedenza, apprezzata e rispettata. Tanto dovevamo a testimonianza della verità». La parola ora passa al Csm.