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Associated Press/LaPresse
Otto ore di camera di consiglio, e intanto stanno arrivando i tg puntuali per registrare l’assoluzione piena di Matteo Salvini. Il fatto non sussiste, l’ex presidente del Consiglio non ha sequestrato la nave spagnola Open Arms con 147 migranti a bordo. Aveva ragione lui. E come in altri casi, recenti e non, sono stati buttati via soldi e tempi della giustizia.
E quello che Salvini ha sempre detto, su inchieste ideologiche e politiche più che fondate sugli articoli del codice penale, rischia di diventare sempre più una verità da scolpire nella pietra. Non è stata necessaria, ma lo sarà sempre, la separazione delle carriere perché si sia trovato il famoso giudice a Berlino del mugnaio di Brecht. Ma, senza nulla togliere al coraggio di questi giudici che non hanno avuto timore di emettere una sentenza in contrasto con l’opinione di tanti loro colleghi, prima di tutto uomini e donne delle procure di Agrigento e di Palermo, va detto che l’accusa di sequestro di persone era totalmente infondata. Anzi, inesistente, altro che sei mesi di condanna, come aveva chiesto l’accusa.
La storia di questo processo ci racconta che quella nave spagnola era libera di andare ovunque, nel proprio Paese, prima di tutto, o in Francia, invece di “bighellonare per il Mediterraneo” come avevano detto a Malta. Così, dopo casi clamorosi come quello di Stefano Esposito, assolto dopo sette anni di tormenti, e poi quello della fondazione Open di Matteo Renzi, siamo a un altro momento storico di svolta nel mondo della giustizia. Tosto lo è sempre stato, Matteo Salvini. Come Craxi, come Berlusconi, come Renzi. Arriva a Palermo con l’assurda accusa di aver sequestrato una nave con 147 persone a bordo, facendosi precedere dalla parola “orgoglioso”. Perché lo è di carattere e anche per coerenza, per aver mantenuto "le promesse fatte”, per aver “contrastato l’immigrazione di massa”. Rivendica: “Qualunque sia la sentenza per me, oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese”.
E’ un Salvini che si espone di persona, quello che è arrivato a Palermo con la faccia seria e la mano nella mano della sua compagna Francesca Verdini. La quale lo vuole salutare anche pubblicamente, sui social, ricordandolo come “la persona più buona e coraggiosa che io abbia mai incontrato”. Poi di nuovo la parola “orgoglio”. Francesca è giovane e forse non ricorda il ceppo di quella fierezza. Aveva molto a che fare con la giustizia politica, l’orgoglio di Bettino Craxi, che trent’anni fa denunciò in Parlamento, con un coraggio unico, il finanziamento illegale della politica ma che non si rese mai colpevole di arricchimento personale. E di lì alla vera persecuzione, anche per il numero delle inchieste e delle perquisizioni personali e aziendali, che la magistratura scatenò nei confronti di Silvio Berlusconi.
Matteo Renzi e Matteo Salvini sono un po’ i figli di quelle due storie lì. Non perché siano simili le vicende personali e politiche, ma perché è la storia che si ripete, con una parte delle toghe che si fa storiografia e politica, ritenendo che non sia suo compito il puro applicare le leggi ma volendosi appropriare del momento legislativo e anche di quello della ricostruzione politica e storica.Tra Open e Open Arms non c’è un lungo percorso. A Firenze la procura, la stessa che ha inquisito anche genitori, cognato e sorella del leader di Italia Viva, aveva deciso che la fondazione Open fosse una cassa nascosta di finanziamento di un partito succhiasoldi.
E, davanti alle lamentele dell’inquisito, il Csm non aveva trovato di meglio che strillare contro l’attacco all’indipendenza dei magistrati. Il circo mediatico aveva fatto il resto. E faceva il paio con l’intercettazione tra due magistrati i quali sull’immigrazione si dicono che Salvini aveva ragione ma che lo si doveva attaccare. Politicamente, o che altro? I bersagli sono scelti con cura. Non è un caso se un magistrato ha pubblicamente affermato che Giorgia Meloni è più pericolosa in quanto inattaccabile sul piano giudiziario. E che proprio per questo, perché non ha interessi personali ad attaccare le toghe, ha aggiunto un altro, appare più forte. Infatti non risultano (per ora) inchieste a suo carico. Ed è impossibile immaginare quale potrebbe essere la sua reazione, qualora dovesse capitare. Ma intanto tutto quanto il centrodestra porta a casa una bella giornata, insieme a Matteo Salvini. Imprevedibile la reazione delle toghe. E speriamo che nessuno le stuzzichi troppo, perché sono già nervosette.