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«Uniformare il regime della responsabilità civile, quantomeno sotto il profilo dei presupposti, delle due principali categorie di operatori del diritto» ossia avvocatura e magistratura. È quanto previsto da un disegno di legge a prima firma del senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, illustrato oggi in Commissione giustizia di Palazzo Madama.
Il ddl si compone di un solo articolo: «All’articolo 3, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “Per gli atti e i comportamenti posti in essere nell’esercizio della professione l’avvocato risponde dei danni arrecati con dolo e colpa grave; non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto”». «Vogliamo evitare – ci ha detto il senatore Zanettin - un incremento di cause intraprese dagli assistiti che richiedono danni al difensore, anche in conseguenza di pronunce di inammissibilità dei ricorsi presentati avanti la Corte di Cassazione. Poiché i giudizi definiti sulla base di una valutazione di inammissibilità sono ormai una percentuale assai rilevante e crescente del totale di quelli decisi, a seguito delle più recenti riforme in tema di processo penale – spiega ancora il forzista - si paventa il rischio di aumento di questo contenzioso. Per questo abbiamo deciso di circoscrivere le responsabilità».
La proposta nasce su iniziativa dell’associazione ItaliaStatodiDiritto. Il suo presidente, l’avvocato Guido Camera, spiega: «È molto positivo il segnale che ha dato il Parlamento, raccogliendo in modo tempestivo la nostra proposta e portandola avanti con convinzione. L’auspicio è che diventi presto legge, raccogliendo trasversalmente consenso. Deve essere ben chiaro a tutti che non è una battaglia di corporazione, ma una garanzia essenziale per i cittadini, visto che, senza il lavoro degli avvocati, non hanno possibilità di avere concreta tutela ai propri diritti».
Per il penalista, «bisogna poi parificare le responsabilità degli avvocati e dei magistrati, visto che entrambi hanno un ruolo essenziale per il buon funzionamento della giurisdizione. Per potere adeguatamente ottemperare alla propria funzione gli avvocati devono potere entrare nelle aule senza la paura di subire pregiudizi a causa del lavoro svolto. Senza avvocatura forte e indipendente, infatti, anche la democrazia non può che essere debole».
Riguardo alla modifica legislativa precisa Camera: «Il legislatore deve chiarire che l’interpretazione della legge, in particolare, non può e non deve essere mai fonte di responsabilità per l’avvocato. Nell’epoca del diritto giurisprudenziale, che rischia di sconfinare nella dittatura del precedente, l’avvocato rimane un custode essenziale del rispetto del principio di legalità, cardine essenziale dello Stato di diritto. Come mi ha sempre detto un grande maestro, Marcello Gallo, il grande avvocato è fatto di coraggio, studio e versatilità». Conclude Camera: «Questo è un primo segnale che avrà ricadute concrete per l’avvocato e rappresenta un volano culturale per arrivare all’approvazione della riforma dell’avvocato in Costituzione».
A presentare la relazione introduttiva in Commissione il senatore di Fd’I, Sergio Rastrelli che dice: «È nostro dovere primario tutelare fino in fondo l’attività forense ed, attraverso essa, la sua missione sociale, disciplinando una più puntuale delimitazione della responsabilità professionale degli avvocati. La soluzione più equilibrata - ed in linea con gli ulteriori regimi di responsabilità civile - è quella di limitarla ai soli casi di dolo e colpa grave, non potendo certo consentire che vengano censurate o contestate le attività di interpretazione delle norme di diritto, soprattutto a fronte dei continui mutamenti degli orientamenti giurisprudenziali».