Mentre riparte la missione della nave Libra della Marina militare nel Mediterraneo, altri due tribunali si pronunciano sul decreto “Paesi sicuri” varato dal governo dopo lo scontro sul protocollo con l’Albania per la gestione dei migranti.

Dopo la decisione del tribunale di Bologna, che ha disposto con il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Ue, anche il tribunale di Roma si muove sulla stessa linea e sollecita una risposta urgente: rispetto al diniego di protezione internazionale ad un cittadino del Bangladesh (uno dei primi trattenuti in Albania e poi riportato in Italia) da parte della Commissione territoriale, il 31 ottobre i giudici hanno predisposto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia europea chiedendo se un Paese può essere definito tale da una norma nazionale primaria e se sia tale anche se alcune categorie di persone vedono lesi alcuni diritti e siano in pericolo.

Scelta diversa oggi dal Tribunale di Catania, che invece ha disapplicato senza rinvio alla Cgue il dl Paesi sicuri, non convalidando il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall’Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. Per il giudice l’Egitto non è un Paese sicuro. Perché "gravi violazioni dei diritti umani, che in contrasto con il diritto europeo citato persistono in maniera generale e costante ed investono non solo ampie e indefinite categorie di persone...ma anche il nucleo stesso delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico e che dovrebbero costituire la cornice di riferimento in cui si inserisce la nozione di Paese di Sicuro...I citati rischi di insicurezza che riguardino, in maniera stabile ed ordinaria, intere ed indeterminate categorie di persone portano de plano il decidente a negare che l'Egitto possa ritenersi paese sicuro alla luce del diritto dell'Unione Europea”. 

Lo scontro

“Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l'Italia. Ma noi non ci arrendiamo", attacca il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

“Sono state utilizzate parole che vanno oltre il consentito e attacchi della stampa che si spostano sul personale. I colleghi sono stati fatto oggetto di denigrazione e c'è stato il tentativo di mettere insieme fatti che non c'entrano nulla e vita privata dei giudici per delineare la figura del magistrato come nemico del Paese e consegnarlo al popolo, inoltre in un ambito delicatissimo come il tema dei migranti", dice il presidente nazionale dell'Anm, Giuseppe Santalucia, prendendo la parola all'assemblea straordinaria convocata d'urgenza dalla Giunta distrettuale dell'Anm dell'Emilia-Romagna per parlare dell'ordinanza del tribunale di Bologna. Che ha sollevato critiche e attacchi di esponenti politici e rappresentanti del Governo e la pubblicazione di alcuni articoli che parlano della vita privata del giudice bolognese Marco Gattuso, presidente del collegio del tribunale. "In quest'aula - aggiunge Santalucia - si sta esprimendo una composta indignazione perché la giurisdizione merita rispetto per poter esplicare la sua delicatissima funzione a beneficio di tutti. Non si tratta di una corporazione che si sente attaccata ma la questione è, se si è compreso nel dibattito pubblico, l'importanza di una giurisdizione libera e indipendente".