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Carlo Nordio, ministro della Giustizia, chiamato in causa dall'Anm sull'ufficio del processo
L'Associazione nazionale magistrati ritiene essenziale che l'ufficio per il processo, che ha dimostrato di «agevolare l'accelerazione dei processi civili e penali nonostante le carenze di organico» diventi «una struttura professionale stabile con profili di competenza e specifica professionalità all'interno degli uffici giudiziari» si legge in un documento approvato dal comitato direttivo centrale, nel quale si sottolinea che «l'attuale assetto dell'ufficio per il processo, legato alla temporaneità dei suoi componenti, richiede per ogni magistrato un dispendioso e ripetuto sforzo di formazione e organizzazione è disincentiva, piuttosto che incentivare, la permanenza e la crescita professionale degli addetti».
Per questo l'Anm rivolge «al ministro della Giustizia e alla politica tutta un pressante urgente invito a un concreto impegno per assicurare la copertura a tempo indeterminato delle dotazioni organiche dell'ufficio del processo, per operare una forte politica di investimenti capace di garantire una formazione adeguata alle diverse professionalità impegnate» così come «massima attenzione va prestata al profilo delle dotazioni di mezzi e strumenti attualmente del tutto non idonei a soddisfare i processi di digitalizzazione in atto».
Infine a giudizio dell'Anm «è fondamentale che è uno strumento analogo ai funzionari dell'ufficio del processo sia previsto anche per tutti gli uffici giudiziari, compreso quelli di procura il lavoro del pubblico ministero, come quello di tutti i giudici, riceverebbe un concreto aiuto in termini di efficienza precisione puntualità dall'apporto di figure professionali analoghe a quelle già previste».