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Ufficio per il processo al centro di un convegno al quale hanno partecipato magistrati, politici e avvocati
Si è tenuto ieri a Roma il convegno dal titolo “Pnrr e Giustizia. Ufficio per il processo: criticità e prospettive” organizzato dall’Associazione nazionale magistrati con l’obiettivo di proporre uno sguardo al futuro dell’Upp, con la presentazione di un lavoro di approfondimento curato dalla commissione Recovery dell’Associazione nazionale magistrati. Ricordiamo che l’Upp è una struttura organizzativa di supporto al magistrato e all’Ufficio, istituito dal legislatore nel 2012 e sviluppato nel 2014, le cui potenzialità sono state esaltate grazie ai fondi del Recovery Fund tramite il Pnrr con un progetto straordinario di assunzioni. Esso è contemplato quale struttura organizzativa “a regime” dal decreto legislativo 151 del 2022.
Al convegno ha partecipato anche il presidente del Cnf Francesco Greco che ha chiarito: «Noi avvocati siamo pronti, in ottica di totale collaborazione con la magistratura istituzionale e associata e con la politica, a contribuire al miglioramento dell'efficienza della giustizia e a partecipare all’organizzazione giudiziaria, perché la crisi della giustizia è anche una crisi del paese e ci coinvolge direttamente». Ha introdotto i lavori il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia: «L’Upp è una risorsa preziosa, a mio giudizio indispensabile. Le sorti del’Upp ci stanno a cuore. Abbiamo unito le nostre forze per effettuare un’analisi delle performance dell’Upp e delle risorse, abbiamo voluto toccare con mano le sorti di questo prezioso strumento e partecipare questo lavoro a chi ne deciderà il futuro. Pensare che queste risorse potrebbero andare a casa è una prospettiva da scongiurare in quanto grazie all’Upp abbiamo registrato un alleggerimento del carico del lavoro e la diminuzione dei tempi dei procedimenti. Gli Uffici stanno lavorando anche alla formazione» e «a un nuovo modo di concepire il lavoro giudiziario. Si tratta di un lavoro imponente che dobbiamo conservare», ha concluso.
Intervenuto poi per gli indirizzi di saluto il segretario dell’Anm Salvatore Casciaro: «Questo di oggi (ieri, ndr) vuole essere un momento di impegno dell’Anm, grazie al lavoro della nostra commissione, non solo per realizzare un monitoraggio dell’Upp ma anche per verificare le prospettive a medio termine. Non si può più tornare indietro una volta sperimentato l’effetto positivo di tale modello organizzativo. Purtroppo il legislatore non ha adeguatamente preso in considerazione l’esodo degli addetti a causa dei contratti a tempo determinato e non si è adoperato per rendere più attrattivo per i tanti giovani addetti all’Upp l’impegno nella giustizia».
Per Luca Poniz, presidente della commissione Recovery, «abbiamo deciso di promuovere una indagine focalizzata su due aspetti centrali del’Upp: indagare sul grado di efficacia per raggiungere gli obiettivi del Pnrr, individuare quali altri interventi mettere in campo per garantire una efficace ed efficiente gestione dei procedimenti civili e penali. Ha risposto l’ 80,5% degli intervistati (dirigenti degli uffici giudiziari, ndr), segno del grande interesse e dell’attenzione a questo fondamentale argomento, e al tempo stesso dato di grande importanza rappresentativa tanto dei dati forniti quanto dell’analisi delle criticità quanto infine delle proposte». A presentare il documento la coordinatrice della commissione Michaela Sapio: «L’Upp è uno strumento organizzativo straordinario per le finalità assegnate al sistema giudiziario».
Tuttavia, «a fronte di un giudizio generalmente positivo sull’impatto dell’Upp nell’organizzazione giudiziaria e nella giurisdizione, sono stati acquisiti anche preoccupanti criticità quali la carenza di risorse ovvero le scoperture di organico di magistrati e amministrativi e la insufficienza del contingente numerico di addetti all’Upp anche a regime, l’inadeguata formazione dei nuovi funzionari giudiziari, la presenza ancora significativa di addetti adibiti a mansioni amministrative e quindi sottratti al supporto alla giurisdizione, il sovraccarico di lavoro del presidente dell’ufficio che ancora nel 57% degli uffici è anche dirigente amministrativo».
Spazio poi al capo dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, Gaetano Campo: «In sede di rinegoziazione siamo riusciti ad ottenere la proroga fino al 30 giugno 2026. Crediamo, come ministero, in questo nuovo modello organizzativo e della sua stabilizzazione. Sarebbe inconcepibile che dopo aver formato figure e averle inserite negli uffici giudiziari le si mandasse a casa, sarebbe uno spreco indescrivibile. Il nostro obiettivo è arrivare alla più alta stabilizzazione possibile, in base alle reali esigenze degli uffici e agli obiettivi da raggiungere».
Il problema è che dal 1 luglio 2026 non tutti gli attuali addetti all’Upp saranno stabilizzati, ma solo 1500. Come detto, Francesco Greco, presidente del Cnf, ha dichiarato: «Se vogliamo avviare una nuova fase e definire un nuovo approccio culturale dell’attività giudiziaria, gli avvocati devono essere parte integrante dell’organizzazione della giustizia così come sono parte integrante della giurisdizione. Da sempre sosteniamo che per recuperare efficienza e mantenere la qualità della giustizia è necessario investire nell’ampliamento delle piante organiche: servono più magistrati nelle aule di tribunale e, quindi, meno magistrati fuori ruolo o esonerati dalle funzioni giudiziarie, e più personale amministrativo. Gli ultimi dati del ministero della Giustizia elaborati dal Sole 24 Ore parlano di un aumento della durata dei processi, anche in tribunali di città come Belluno e Venezia.
L’Ufficio per il processo per noi avvocati è un punto oscuro, non comprendiamo, anche se è popolato da molti giovani avvocati, come possa contribuire all’aumento dell’efficienza. Noi avvocati siamo pronti, in ottica di totale collaborazione con la magistratura istituzionale e associata e con la politica, a contribuire al miglioramento dell’efficienza della giustizia e a partecipare all’organizzazione giudiziaria, perché la crisi della giustizia è anche una crisi del Paese e ci coinvolge direttamente».
Per la politica è intervenuta la deputata Carolina Varchi di Fd’I: «Dopo un iniziale personale scetticismo, i risultati sono arrivati. Faremo il possibile dunque anche perché su questo tema non c’è battaglia politica, siamo tutti uniti». Per l’opposizione ha parlato il senatore dem Alfredo Bazoli: «Come ha detto il presidente Santalucia, non si può tornare indietro perché la strada intrapresa è quella giusta».