PHOTO
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI ANM PRESIDENZA SEGRETERIA GENERALE TARGA
Manca meno di una settimana alla prima riunione del nuovo Comitato direttivo centrale dell’Anm. L’ 8 febbraio molto probabilmente verrà eletta la nuova giunta e il presidente che prenderà il posto di Giuseppe Santalucia. Non si può fare altrimenti: c’è da organizzare lo sciopero del 27 febbraio. In queste ore c’è grande fermento all’interno delle correnti e tra i gruppi associativi. Gli sceneggiatori di House of Cards o del Trono di Spade potrebbero prendere spunto per riscrivere nuove serie su ancora più complessi intrighi di potere. Ad oggi sperare di avere un quadro verosimile di quello che sarà il futuro vertice dell’Anm, a cui aderisce il 96 per cento di tutta la magistratura italiana, è quasi impossibile. È pratica quotidiana ricevere infatti le più diverse indiscrezioni. Partiamo da Magistratura indipendente, la corrente moderata, che ha preso più voti e seggi delle altre, benché non sia andata bene come sperava non riuscendo a sottrarre voti ad Unicost e a far confluire al suo interno tutti gli ex di Autonomia e Indipendenza.
Il primo della lista è Giuseppe Tango, giudice del lavoro a Palermo, e presidente dell’Anm del capoluogo siciliano. Ha ottenuto 688 preferenze. Il secondo è Antonio D’Amato, procuratore della Repubblica a Messina con 652 preferenze. Uno scarto minimo tra i due, ma inatteso, perché i pronostici davano D’Amato vincente con un bel distacco rispetto al secondo. E invece è andata diversamente. Sembra, da quanto appreso, che questo risultato sia stato accolto con molto nervosismo dallo stesso procuratore, ma soprattutto dai vertici di Mi, Claudio Galoppi e Loredana Micciché. Partendo dal presupposto che molto probabilmente la presidenza dell’Anm toccherà proprio alla corrente posizionata più a destra, verrebbe naturale pensare che quel posto spetterebbe a Tango: giovane magistrato, che qualcuno definisce un indipendente all’interno di Magistratura indipendente, aperto al dialogo interno ed esterno alla magistratura, gradito pure ad AreaDg, che, secondo qualche battuta carpita nei corridoi, lo avrebbe voluto cooptare. E però i vertici di Mi vorrebbero comunque puntare su D’Amato, con più esperienza e più allineato ai desiderata dei capi corrente. Quindi al momento in Mi c’è un problema: la base che punta su Tango, Galoppi e soprattutto Micciché che vorrebbero il secondo arrivato. In tutto questo Mi starebbe trattando con Unicost per proporre un ticket D’Amato presidente e segreteria in mano ad una donna del gruppo centrista per il primo anno. Poi si vedrà se e come fare la rotazione. Tuttavia nulla è detto al momento. Per varie ragioni. La prima: innanzitutto i presidenti e i segretari dei gruppi devono fare una riunione con gli eletti in Cdc e poi sentire gli altri presidenti e segretari. Al momento tutto questo non è stato ancora fatto.
Secondo: il volto del presidente della nuova Anm è quello che condurrà la campagna comunicativa per provare a vincere il referendum per la separazione delle carriere. Dalla parte progressista di Area e Magistratura democratica, che insieme hanno raccolto il 42 per cento di preferenze, non vedrebbero bene la figura di D’Amato, troppo ingessata e pacata. Occorre una persona che sappia dialogare con un linguaggio più fresco ed innovativo con i cittadini, ma comunque far valere fermamente le ragioni contrarie alla riscrittura dell’ordinamento giudiziario e Tango potrebbe essere quello giusto.
Terzo: i posti da assegnare in giunta sono presidenza, segretario e vice presidenza. Anche qui parrebbe scontato che a dividerseli fossero Mi, Area, Unicost ma Md, che è la vera vincitrice, è pronta a reclamare una poltrona. Area al momento resta a guardare e aspetta di capire che forma vuole prendere MI: di lotta o di governo? Non è escluso che il gruppo guidato da Zaccaro possa tirarsi fuori dall’accaparramento delle poltrone: se non sei ai vertici dell’Anm sei più libero nel prendere posizioni pubbliche forti contro la maggioranza e il ministro Nordio.