L’ultima impresa per riaprire il processo sulla strage di Erba gli era valsa improvvisa notorietà, un lungo strascico di polemiche, e anche una sanzione da parte del Csm. Ma ora l’ex sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser è pronto ad appendere la toga al chiodo: la sua carriera da magistrato si chiude definitivamente a 70 anni, compiuti l’11 agosto, per raggiunto limite anagrafico. 

 A un passo dalla pensione, il suo nome si era accoppiato nelle cronache a quello di Olindo Romano e Rosa Bazzi, per i quali il sostituto pg aveva redatto una richiesta di revisione del processo nonostante il parere contrario del suo capo, la procuratrice generale del capoluogo lombardo Francesca Nanni. Tarfusser era quindi stato punito con la “censura” da parte della sezione disciplinare del Csm con l’accusa di aver mancato ai «doveri di imparzialità e correttezza» per aver depositato di propria iniziativa l’istanza «in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio» che assegna questa facoltà soltanto al pg presso la Corte d’Appello o al suo vice, l’avvocato generale.

Una sanzione blanda, ed evidentemente priva di effetti per la sua carriera, che lo stesso magistrato aveva definito un “buffetto”, frutto di una “decisione di “politica giudiziaria per via disciplinare” volta a tutelare un sistema giudiziario ormai in decomposizione”. Contro il quale Tarfusser promette battaglia nel post pubblicato su Facebook per annunciare la pensione e ringraziare chi lo ha sostenuto. “Posso assicurare - scrive - che anche dall'esterno continuerò il mio impegno per una giustizia diversa, una giustizia più giusta e umana, una giustizia più aderente a quella pensata dai nostri padri costituenti e quindi, meno arrogante, meno dominata dal potere giudiziario, dominata dalle 'correnti', meno autoreferenziale”. 

Altoatesino di Merano, nella sua carriera è stato prima avvocato, poi sostituto procuratore e procuratore capo a Bolzano, quindi giudice e vice presidente della Corte penale internazionale all'Aia. Dal dicembre 2019 ha ricoperto l'incarico di sostituto procuratore della Corte d'appello di Milano. In Alto Adige il magistrato è stato protagonista di diverse delicate e difficili indagini, dal “mostro di Merano” all'omicidio del consigliere Christian Waldner, senza mai abbandonare il capitolo del terrorismo altoatesino. Alle ultime europee si era candidato nel collegio nordovest con Azione di Carlo Calenda, senza essere eletto.