Umanità, professionalità, generosità, disponibilità, ironia, giurista raffinato, con un grande senso delle Istituzioni. E si potrebbe continuare per molto a elencare le doti che tutti riconoscono a Felice Maurizio D’Ettore, presidente del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, scomparso improvvisamente oggi a 64 anni all’ospedale di Locri, colpito da un infarto mentre era in vacanza con la sua famiglia.

Alla notizia della sua morte è stato un susseguirsi di messaggi di cordoglio e di ricordo dell’attività accademica, parlamentare e istituzionale del professor D’Ettorre. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha dato la notizia ufficiale, ricorda «con commozione l’integrità morale e la grande preparazione intellettuale, manifestata anche nella sua ultima funzione quale Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale».

In una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime il dolore suo e dell’esecutivo per una persone «di cui tutti abbiamo apprezzato la dedizione e la professionalità, in particolare in un momento così difficile per il mondo penitenziario». Per il presidente del Senato, Ignazio La Russa, D’Ettorre è stato «un uomo capace che ha dedicato la propria vita alla politica e al lavoro, come ha dimostrato anche nel suo ultimo ruolo di Garante nazionale dei detenuti». Lorenzo Fontana, presidente della Camera, rivolge «un pensiero anche a chi ha condiviso con lui il percorso lavorativo e l’impegno politico».

Nato a Napoli il 22 luglio del 1960 e laureato in giurisprudenza a Pisa, dal 2005 D’Ettore era professore ordinario di diritto privato alla Scuola di Economia e Management dell’Università di Firenze. Prima aveva insegnato anche all’Università dell’Insubria di Varese e in vari seminari organizzati da vari ordini professionali ed enti di formazione. L’attività politica inizia come consigliere comunale a Bucine, fino a diventare nel 2007 coordinatore provinciale del Popolo delle Libertà prima e di Forza Italia poi per la provincia di Arezzo. Alle politiche del 2018 viene eletto alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Arezzo, sempre per FI.

Nel 2021 aderisce invece a Coraggio Italia, il nuovo partito fondato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del quale diventa coordinatore regionale in Calabria. Nel 2022 abbandona il partito e dopo il passaggio al Misto nella componente Vinciamo Italia approda definitivamente a FdI. A settembre 2023 il governo Meloni lo nomina a presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale affiancato al professor Mario Serio e all’avvocata Irma Conti, succedendo a Mauro Palma.

Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia con delega al trattamento detenuti, sottolinea le caratteristiche di «un uomo leale, appassionato, curioso, che ha saputo interpretare con senso dello Stato e viva partecipazione anche il ruolo di Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale». In una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Giustizia, ricorda la «persona dalla profonda integrità morale e dall’instancabile impegno, qualità inequivocabilmente dimostrate nello svolgimento delle sue mansioni, da ultima quella di Garante nazionale dei detenuti, ove si è speso senza sosta in questi mesi».

Il capo del Dap Giovanni Russo ricordando che «nel corso di questi otto mesi dalla sua nomina continue e preziose sono state le interlocuzioni tempestive, accorate, intrise di vera umanità e alto senso della funzione che tutti noi al Dap abbiamo avuto con la sua persona e il suo ufficio. E tutti ricordiamo la generosità con la quale si è speso in questi mesi visitando gli istituti penitenziari e raccogliendo le numerose istanze e le speranze dei detenuti che puntualmente trasformava in interlocuzioni con il Dipartimento. Ci mancherà il senso della misura e la garbatezza dei suoi modi». Il portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali e garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, esprime «a nome mio e della intera Conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale, amarezza per la morte improvvisa e prematura del Garante nazionale Felice Maurizio D’Ettore».

Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, ne tratteggia la figura: «fine giurista e amante del diritto e delle garanzie. Solo alcuni giorni fa discutemmo dei temi delle carceri, lui che ricopriva il ruolo di Garante nazionale dei detenuti. Lo faceva con passione e con sofferenza. Perché Maurizio era persona schietta, mai incline ad accettare compromessi. È stato un valente parlamentare, un eccellente professore di diritto, soprattutto una bellissima persona».

Il presidente del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte, sui social ricorda «un Collega di fine ingegno, ironico e gioviale, con il quale ci siamo ritrovati spesso a chiacchierare a Firenze, a Novoli, nelle pause tra una lezione e l’altra ai nostri studenti». La ministra delle Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati, lo cita come «uomo delle istituzioni, accademico e politico di valore, di cui ricordo il grande impegno in difesa dei diritti fondamentali della persona». Per Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera resta «l’esempio di uomo intelligente e sensibile che ha svolto con serietà e passione il ruolo di Garante nazionale dei detenuti».

Su X la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, lo ricorda come «sempre sorridente, umano e disponibile. Ci aveva accompagnato con abnegazione in una calda giornata di luglio anche nell’ultima missione della Commissione antimafia al Beccaria».

Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del Pd, esprime a nome di tutto il partito «profondo cordoglio per la prematura scomparsa di Felice Maurizio D’Ettore». Maria Elena Boschi, di Italia Viva, parla di: «un rapporto che è sempre stato caratterizzato da stima e amicizia pur nella doverosa e leale dialettica politica e nelle differenti visioni».

Enrico Costa, deputato di Azione, scrive: «Conoscevo molto bene Maurizio, collega alla Camera nella scorsa legislatura: persona perbene, brillante, che ha sempre saputo portare un contributo importante nel dibattito parlamentare». Angelo Bonelli, deputato di AVS e portavoce nazionale di Europa Verde, riconosce a «D’Ettore impegno, integrità e una grande disponibilità al dialogo, contribuendo a mantenere alta l’attenzione su temi di estrema rilevanza, come il sovraffollamento delle carceri e il dramma dei suicidi». Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, scrive: «Lo ricordo nella scorsa legislatura come un collega appassionato, arguto e dotato di grande ironia».

Maurizio Turco e Irene Testa segretario e Tesoriere del Partito Radicale, in una nota, ricordano di aver «condiviso tutte le campagne referendarie sulla giustizia a partire dai referendum Tortora per la giustizia giusta del 1986. Perdiamo un amico e un compagno che abbiamo avuto al nostro fianco nelle battaglie di libertà».

D’Ettore, come ha scritto Errico Novi sul Dubbio, stava svolgendo un ruolo importante per consentire al governo di uscire dall’impasse sull’emergenza carcere, con alcune proposte per ridurre il sovraffollamento, documentato proprio dai report periodici. Ora la sua scomparsa apre scenari politici complicati per la sua sostituzione, in considerazione anche delle aperture di Forza Italia a politiche carcerarie deflattive, indigeste al resto della maggioranza.