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I magistrati ai vertici degli uffici giudiziari milanesi diserteranno l'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti in programma venerdì e sabato prossimo con un intervento del ministro Carlo Nordio. Uno “strappo” inatteso che ha provocato una durissima reazione dell’Unione Camere Penali italiane. Ecco la nota integrale dei penalisti.
«Prendiamo atto, con sconcerto, della scelta dei vertici della magistratura milanese di non accogliere l’invito rivoltogli in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani, che si terrà a Milano il 7-8 febbraio.
Abbiamo, infatti, continuato a interloquire con la magistratura in ogni sede, confrontandoci con i vertici di Anm e con i rappresenti più autorevoli della giurisdizione sul merito delle riforme. La nostra proposta risale al 2017 e in ogni occasione, in questi anni, abbiamo sempre ricordato che ogni iniziativa è migliorabile e la modifica della costituzione deve essere l’effetto di un confronto e non frutto di contrapposizioni aprioristiche.
Con questo stesso spirito ci siamo rivolti al disegno di legge costituzionale di iniziativa governativa, che pure recepisce l’impianto fondamentale della nostra proposta, senza far mancare al dibattito le nostre critiche e le nostre motivate osservazioni.
Prendiamo atto che, al contrario, non si accettano da parte della magistratura le critiche che Ucpi ha motivatamente avanzato in ordine a singole iniziative della magistratura associata, il che dimostra che rifiutando il dialogo ci si vuole sottrarre al confronto, che può essere stato anche aspro, ma non è mai trasceso nella delegittimazione della funzione, così come peraltro dimostrano i nostri reiterati interventi a tutela dell’indipendenza della magistratura di fronte agli indebiti attacchi della politica.
Dopo la scelta operata dal sindacato delle toghe di voltare le spalle al rappresentante del Governo durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario e quella di deliberare uno sciopero per protestare contro determinazioni che assumerà legittimamente il Parlamento, il rifiuto, da parte dei vertici degli uffici giudiziari milanesi, opposto all’invito ad intervenire all’inaugurazione dell’anno giudiziario organizzato dagli avvocati penalisti, si pone come l’ennesimo segnale che va nella errata direzione di una sterile contrapposizione, che non giova a nessuno e certamente lede l’interesse dei cittadini alla realizzazione di una riforma costituzionale equilibrata e giusta.
Voltare le spalle, anche gli avvocati, respingendo immotivatamente il loro invito, appare, ancora una volta, la dimostrazione che la magistratura ritiene, del tutto impropriamente, di essere l’unico soggetto autorizzato a parlare di giustizia, pretendendo di continuare ad esercitare il proprio diritto di veto su tutto ciò che non le è gradito».