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«Abominio giuridico»; «legge bandiera»; «pura propaganda fatta sulla pelle dei bambini»; «omofobia istituzionale». Così le opposizioni bollano la proposta di legge sulla maternità surrogata presentata da Fratelli d’Italia, che vorrebbe estendere la perseguibilità del reato anche quando questo è commesso all’estero da un cittadino italiano. Il cosiddetto “reato universale”, sul quale è cominciata la discussione generale alla Camera.
«Questa proposta di legge non interviene sullo stato civile, ma su una sanzione penale già esistente nel nostro Paese. Non è retroattiva e nessun bambino verrà discriminato in Italia», ha sottolineato Carolina Varchi, relatrice della pdl, alludendo a uno dei temi più dibattuti in relazione alla Gpa: la trascrizione all’anagrafe dei figli nati da coppie omogenitoriali. «Riteniamo assolutamente congruente con il nostro ordinamento - ha aggiunto l’esponente di Fdi - l’adozione in casi particolari e riteniamo che questa proposta di legge non possa in alcun modo depotenziare questo istituto. Troppi equivoci si sono addensati su questa proposta di legge, che ha l’obiettivo di tutelare la libertà e la dignità delle donne, e il concetto di maternità».
Di segno opposto l’intervento di Riccardo Magi, segretario di +Europa, che ha preso parola in Aula in qualità di relatore di minoranza. Dopo aver illustrato i motivi per i quali la proposta è da ritenersi una «forzatura politica» priva di una «reale portata normativa», Magi ha rilanciato la propria proposta di legge sulla Gpa solidale, un testo elaborato dall’Associazione Coscioni e presentato qualche giorno fa anche a Palazzo Madama dal senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto. «C’è una parte di quest’Aula che vi considera genitori, non criminali», ha detto Magi brandendo un cartello di protesta. Il messaggio è indirizzato alle famiglie che hanno fatto ricorso alla Gpa e che si sono riunite sotto Montecitorio insieme all’Associazione Coscioni per protestare contro il “reato universale”.
La pdl firmata da FdI consta di un solo articolo e interviene sulla legge 40 del 2004, che punisce con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila euro a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”. Per le opposizioni si tratta di un provvedimento incostituzionale, oltre che inapplicabile, perché pretenderebbe il primato del diritto nazionale su quello internazionale, laddove in alcuni paesi come il Canada e l’Inghilterra la pratica è considerata legale. Il reato inoltre potrebbe legarsi all’importazione di gameti per la fecondazione eterologa, ostacolando di fatto una pratica del tutto legale in Italia. A sollevare il tema è il deputato pentastellato Andrea Quartini, per il quale quella di Fratelli d’Italia è una «norma ultrainvolutiva e antiscientifica» che finirebbe per mettere al bando i percorsi di pma, dal momento che il rimborso alle cliniche che donano i gameti potrebbe considerarsi “commercializzazione”.
Di furia ideologica ha parlato anche Chiara Appedino, che ha portato in aula l’esperienza delle coppie i cui figli sono stati registrati all’anagrafe quando era sindaca di Torino. «Gettate la maschera: gay, lesbiche e transessuali non vi piacciono. Sarebbe meno squallido se lo ammetteste», ha accusato Appendino rivolgendosi ai banchi della maggioranza. Dai quali invece è emersa la posizione compatta di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che definiscono la maternità surrogata «la schiavitù del terzo millennio». «Un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà, due persone hanno diritto a volersi bene, e a volersi bene come vogliono. Ma non si può negare il rapporto tra madre e figlio», ha scandito Stefano Candiani, Lega.
«Ho sentito delle cose ignobili in quest’Aula», ha attaccato per il Pd Alessandro Zan, che denuncia un «attacco potentissimo alle famiglie Lgbt+». Di mercificazione del corpo della donna ha parlato invece Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, che da «ecofemminista» ha ribadito la ferma condanna della Gpa, definendo tuttavia la proposta di FdI una «legge-manifesto senza nessuna conseguenza sul fenomeno». Duro l’intervento di Laura Boldini, che invece ha parlato di «deriva ideologica alla polacca» e di legge da «Stato etico» che la «nazione Melonia vorrebbe estendere a tutto il globo terracqueo».