Uno zainetto con i soldi, la droga e un morto. La storia che si tinge di giallo si ripete a distanza di tre mesi con gli stessi ingredienti. Questa volta la vittima è un ragazzo di 24 anni, Luca Sacchi, freddato con un colpo alla nuca, nella notte di mercoledì davanti al pub John Cabot, nel quartiere Appio Latino a Roma. Il 26 luglio a perdere la vita fu, invece, il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate nel quartiere Prati a Roma. Ieri sono stati fermati per la morte di Luca Sacchi, due giovani di 21 anni, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi della periferia romana di San Basilio e con precedenti penali. Del Grosso è stato rintracciato in un hotel in zona Tor Cervara, dove aveva trovato rifugio, mentre Pirino è stato fermato sul terrazzo di una palazzina dove si era nascosto, in zona Torpignattara. A contribuire a individuare i sospettati è stata anche la madre Del Grosso che giovedì sera è andata in un commissariato, accompagnata dal marito e dall'altro figlio, per parlare dei i suoi sospetti.

Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha espresso la sua soddisfazione per «la risposta delle forze di polizia, che hanno operato senza gelosie, dall’altro non posso non notare, con un certo sollievo, che questa vicenda, sotto il profilo dell’accertamento delle responsabilità, ha visto coinvolta la stessa famiglia di uno degli autori di questo efferato gesto. Dal mio punto di vista significa che forse non siamo poi messi così male in questa città».

Dalle indagini, però, emergerebbe uno scenario diverso da quello iniziale. Nelle prime ore sembrava trattarsi, infatti, di un tentativo di scippo finito nel sangue. In realtà, secondo le prime ricostruzioni investigative, l’omicidio nasconderebbe uno scambio di droga andato male. Quella sera Luca Sacchi e la sua fidanzata, viene riferito, volevano acquistare della droga e per questo si sarebbero avvicinati ai due sospettati e avrebbero mostrato loro il denaro contenuto nello zaino della ragazza. I due 21enni, quindi, sarebbero poi tornati indietro con la droga ma, armati di pistola, avrebbero tentato di rubare lo zainetto. È a quel punto che Luca Sacchi avrebbe reagito; poi, il colpo di pistola alla nuca che lo ha freddato. Ma Anastasia Kylemnyk ai microfoni del Tg1, insiste nella sua versione: «Noi eravamo lì per il fratellino più piccolo che stava dentro al pub, Luca non è quello che dicono, Luca è l’amore, non ci possono essere altre cose per definirlo. Non ho sentito nulla - racconta- non ho visto nessuno, ho sentito solo la voce del ragazzo, accento romano. Mi ha detto “damme sto zaino”. Luca ha tentato di proteggermi, se si fosse nascosto non sarebbe successo nulla. Io ero a terra, ho preso una botta in testa e non capivo niente. Mi hanno dato anche una bastonata sulla schiena. Luca è uno sportivo, grosso, si allena sempre, non ci ha visto più ed e venuto a proteggermi, ha atterrato uno di loro e si sono spaventati. Mi ha protetto come sempre fatto».

L’avvocato Alessandro Marcucci, legale di Valerio Del Grosso commenta: «Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere ma intende chiarire, appena possibile, la sua posizione. È molto provato da una tragedia che colpisce più persone, in primis quella di Luca Sacchi. Non riusciamo ad immaginare il dolore che stanno provando. Ho avuto modo di parlare con lui per pochi minuti questa notte spiega il legale -. Questa è una tragedia che colpisce anche la famiglia di Valerio composta da persone oneste. Anche il mio cliente, da quanto so, non ha precedenti penali gravi. Lavorava come pasticcere. Questa vicenda rappresenta un fulmine a ciel sereno».

Intanto è fissato per questa mattina l’interrogatorio di convalida dei due giovani ai quali il pm Nadia Plastina contesta i reati di concorso in omicidio, rapina aggravata, detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo. L'arma del delitto, una calibro 38, non è ancora stata ritrovata. È stata invece rintracciata in un campo, nei pressi della Centrale del Latte, una mazza da baseball, forse quella utilizzata per picchiare Anastasia Kylemnyk.

IL MOVENTE POTREBBEESSRE LEGATO ALLA DROGA IL CAPO DELLA POLIZIA, FRANCO GABRIELLI: «SODDISFAZIONE PER LA RISPOSTA DELLE FORZE DI POLIZIA E PER IL CONTRIBUTO DELLA FAMIGLIA DI UNO DEI DUE GIOVANI»