La Camera preliminare I della Corte Penale Internazionale ha notificato al governo italiano la decisione di avviare un procedimento per «accertare formalmente l’inadempienza» dell’Italia rispetto alla richiesta di arrestare e consegnare alla Corte Osama Elmasry-Almasri Njeem, cittadino libico ricercato.

Il documento, inviato ufficialmente a Roma, ripercorre l’intera vicenda e richiama l’articolo 87, comma 7 dello Statuto di Roma, che disciplina la cooperazione tra gli Stati e la Corte.

Possibile deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU

La Corte si riserva ora di valutare se la mancata esecuzione del mandato di cattura debba essere deferita al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e/o all’Assemblea degli Stati parte dello Statuto di Roma.

Allo stesso tempo, la Camera preliminare ha riconosciuto che l’Italia ha già fornito alcune informazioni al Registro della Corte, attraverso due memorandum inviati dal Ministero della Giustizia il 27 gennaio e il 10 febbraio 2025. Tuttavia, prima di determinare ufficialmente una mancata cooperazione, la Corte ha stabilito di ascoltare la posizione del governo italiano.

Italia chiamata a rispondere entro il 17 marzo 2025

La Camera preliminare ha formalmente invitato l’Italia a presentare osservazioni per chiarire la mancata consegna di Osama Almasri dopo il suo arresto in territorio italiano. Il termine per fornire una risposta ufficiale è stato fissato al 17 marzo 2025.

L’Italia dovrà inoltre spiegare la mancata ottemperanza alla richiesta di cooperazione riguardante la perquisizione e il sequestro di materiali trovati in possesso di Almasri. Il documento specifica infine che le osservazioni dovranno essere presentate in una delle lingue di lavoro della Corte, quindi non in italiano.